Guai a pensare di poter vincere perché questo è quanto si aspettano i 70mila che domani affolleranno lo Stadio Olimpico di Roma per l'ultimo impegno casalingo dell'Italrugby in questo Sei Nazioni 2016 (calcio d'inizio alle 15.25). E, soprattuto, vietato sottovalutare la Scozia, avversario che nel torneo più prestigioso del Vecchio Continente non vince ormai da nove partite, perché anche nelle due sconfitte di questa edizione gli highlanders hanno confermato di essere la grande squadra vista nei Mondiali. A tenere alta la concentrazione in casa azzurra, nella tradizionale conferenza stampa del dopo Captain's Run, è il capitano del'Italia Sergio Parisse, che individua però la chiave per ottenere un risultato importante contro il XV di Cotter.
"Dobbiamo rispettare la Scozia - dice Parisse -, ma scendere in campo sapendo che se offriremo il rugby di cui siamo capaci, se giocheremo bene il nostro rugby, potremo avere il risultato dalla nostra parte al termine degli ottanta minuti. Nelle prime due uscite di questo torneo, la Scozia è stata molto più costante di noi nella performance: sbaglieremmo dunque a pensare che vinceremo la gara di domani solo perché è quello che tutti si aspettano".
E se l'assistente allenatore Giampiero De Carli, protagonista nel 2000 del primo successo azzurro all'esordio nel Sei Nazioni, esalta la prestazione degli azzurri anche contro l'Inghilterra, è ancora il capitano a sottolineare l'aspetto in cui l'Italia deve ancora migliorarsi: "Come squadra, dobbiamo imparare a reagire collettivamente ed individualmente alle difficoltà ed agli errori - chiude Parisse -. Dopo la meta d'intercetto subita contro gli inglesi, c'è stato da parte di alcuni un certo smarrimento: invece è in quei momenti che bisogna guardare avanti e reagire. Sono partite come quelle con l'Inghilterra che aiuteranno la crescita di questo gruppo".