Anthony Joshua (22), il re dei massimi, l’inglese di origine nigeriana, titolare delle sigle WBA, IBF e WBO, la gallina d’oro della Matchroom di Eddie Hearn, approda per la prima volta negli USA, esibendosi sabato al Madison Square Garden di New York, dove difenderà il capitale per la sesta volta. Non certo una sfida epica, anche se gli organizzatori cercano di far diventare il cucciolotto Andy Ruiz jr. (32-1) una tigre feroce. Di inedito c’è la prima volta di un messicano che tenta il mondiale massimi. Sarebbe stato improvvido far rischiare più di tanto al campione, in vista di altre battaglie più rischiose ma anche remunerate meglio. In particolare a tempo debito quelle che riguardano Tyson Fury (27-0-1) irlandese di sangue sinto, spesso fuori dalle righe, ma dalle mille risorse e anche notevoli qualità. Come dimostra il pari imposto a Deontay Wilder (41-0-1) lo scorso dicembre a Los Angeles, affrontato al terzo match dopo una sosta di quasi tre anni, dove ne combinò di cotte e di crude.
Se è vero che gli ultimi round furono pesanti per Fury, è altrettanto vero che nella prima parte Wilder vide i sorci verdi. Penso che entrambi saranno a bordo ring, per vedere all’opera l’oggetto del desiderio, vedi ingaggio miliardario. In particolare Wilder, reduce dalla facile difesa del 18 maggio sempre a New York, ma al Barclay Center nel quartiere di Brooklyn, dove ha fulminato dopo 2'17” il modesto Dominic Breazeale (Usa 20-2) che in precedenza nel 2016, fece la stessa fine contro Joshua alla sua prima difesa, sia pure al settimo tempo. Un test quello del campione, in linea con la politica delle difese soft, in attesa dei grandi eventi. Delle cinque sostenute, come era prevedibile, quella davvero drammatica sul filo dell’equilibrio è stata contro il veterano ucraino Vladimir Klitschko (2017) che a 41 anni, pur sconfitto, disputò il suo miglior match, dopo la lunga pausa dalla perdita delle cinture contro Tyson Fury (2015). Con tutta la buona volontà, definire equilibrato il confronto di sabato, mi pare esagerato. Ruiz morfologicamente è l’opposto di Joshua, tanto l’uno è scolpito. quanto lo sfidante è rotondo, anche se ha promesso che salirà sul ring al suo minimo storico: 112 kg. contro i 135 del debutto. Avvenuto nel 2009 non ancora ventenne. Ruiz risiede a Imperial in California ed è diretto da Bob Arum, vecchia volpe del ring. Paga 10 cm. di altezza (1.88 contro 1.98), il che non è poco. L’arma principale è la velocità di gambe e braccia ed è alla seconda opportunità mondiale. La prima nel dicembre 2016 ad Aukland in Nuova Zelanda, battuto per MD, contro Joseph Parker (25-2) per il WBO, denotando carattere e resistenza, anche se scarsa potenza. Personalmente penso sia una difesa facile, ma potrei venire smentito clamorosamente e sarebbe davvero una sorpresa. Nel corposo programma, chi stavolta non dovrebbe aver vita facile sarà l’irlandese Katie Taylor (10) titolare IBF, WBA e WBO leggeri, 32 anni, dominatrice nei dilettanti (5 mondiali, oro ai Giochi 2012), sulla stessa strada nei pro. L’ostacolo di sabato è quello più impegnativo in assoluto. La belga Delfine Persoon (43-1), pro dal 2009, non solo titolare WBC dal 2014, battendo l’australiana Diana Prazak , ma una grande campionessa, vittoriosa su tutto il meglio del mondo. Anche se ha 34 anni resta la rivale della Taylor più qualificata. E’ alla prima trasferta americana, la seconda fuori confine belga a conferma della popolarità nazionale. Chi vince mette in bacheca tutte le cinture e diventa la vera campionessa del mondo. Da seguire la difesa dell’inglese Callum Smith (25) 29 anni, supercampione supermedi WBA e diamond WBC contro il francese del Camerun, Hassan N’Dam N’Jikam (37-3) ex campione medi WBA e WBO, di 35 anni, pugile dal grande temperamento. Da seguire nei superleggeri Chris Algieri (Usa 23-3) 35 anni, contro l’inglese Tommy Coyle (25-4) per l’Internazionale WBO vacante. La serata ripresa da DAZN in America, potrebbe andare in onda anche in Europa. A Cardiff in Galles, si assegna la vacante cinture europea dei mosca, tra Jay Harris (15), 28 anni, beniamino di casa di cui si parla molto bene e lo spagnolo Angelo Moreno (19-3-2), categoria che interessa anche a Mohamed Obbadi, che l’EBU pone al primo posto, quindi in rampa di lancio per il titolo. L’Italia è assente sul trono dei mosca dal 2010. Venerdì 31 maggio a Belgrado in Serbia, il romano Adriano Sperandio (11) è chiamato ad una prova decisamente impegnativa contro il beniamino di casa Marko Nikolic (23) per la vacante cintura WBC del Mediterraneo. Sperandio già campione italiano dilettanti 2014, ha fatto parte della nazionale. Buoni fondamentali non è un picchiatore, stesse caratteristiche del serbo. Quello che potrebbe preoccupare è l’arbitro il francese Dolpierre, una garanzia per il pugile di casa e la giuria tutta di parte. Sempre venerdì, torna la boxe anche a Milano, organizza la BBT di Davide Buccioni e la collaborazione della Forza e Coraggio del maestro Vincenzo Ciotoli. Clou della serata la sfida valida per l’Internazionale IBF dei piuma, tra l’imbattuto mancino romano Mauro Forte (12-0-1) già campione italiano e il ghanese Michael Poppe (23-5) guardia carceraria di 34 anni, di grande temperamento, inedito in Italia. Il resto della serata; welter: Michele Esposito (14-4-1) c. Nika Nakashidze (Geo. 7-6-1); medi: Omar lunga (10-1-1) c. Ignazio Di Bella (0-3); Edmir Sinanaj (2) c. Bakari Jalagonia (Geo. 1-1-2); superwelter: Matteo Lovaglio (1-1-1) c. Mauro Loli (1-1); massimi leggeri : Matteo Rondena (8-4-1) c. Gabriele Guainella (4-1-1). Sabato 1 giugno allestita anch’essa dalla BBT (Davide Buccioni) e l 'Associazione Pugilistica Udinese, serata pugilistica a Udine, imperniata sulla difesa del tricolore mediomassimi di Nicola Ciriani (17-2-1), 31 anni contro il solido Davide Faraci (12), 27 anni, nato in Svizzera, residente a Pomezia (Roma), che tenta per la prima volta la scalata tricolore. Incontro equilibrato e non facile per il campione, più esperto ma dalla mascella non di granito. In programma il medio Luca Esposito (5-4), il superwelter Francesco Zilli (4-0-1) e il superleggero Luca Maccaroni (13-5-4). Nello scorso fine settimana, l’attività di vertice segnala la sconfitta di Masayuki Ito (Gia. 25-2-1) sul ring di Cincinnati (Usa) contro Jamel Herring (20-2) mancino di 33 anni, che ha tenuto botta in attacco e conquistato la cintura WBO superpiuma. Due cubani sul ring. Il primo a Miami, territorio della Florida dove hanno un base numerosa, Joahnys Argilagos (2) peso mosca di 22 anni, dilettante precoce e di talento (bronzo a Rio e due ori iridati) ha battuto con più difficoltà del previsto Juan Centeno (Nic. 3-3-1) che ha tolto spesso il tempo al rivale, molto portato alla scena, ma spesso distratto. Un altro pugile del Nicaragua, il gallo Melvin Lopez (20) ha messo KOT al 7° round, David Reyes Cota (Mes. 21-5-1). L’altro caraibico, il massimo Leinier Però (1), 27 anni, ha esordito nei pro a Brandemburgo in Germania, battendo l’ucraino Maksym Pedyura (14-14-1) KO 1. Nel suo record da dilettante vanta vittorie sui nostri Fabio Turchi (mondiali youth 2010) e Guido Vianello (Rio 2016).
Giuliano Orlando