Juve: alla ricerca dell'identità vincente
La storia della Juventus è una storia di vittorie illustri, leggere l'articolo per conferma, di grandi campioni ma soprattutto di una identità ben precisa: la squadra più blasonata d'Italia che non teme nessun avversario in campo nazionale ed internazionale.
Poi è chiaro che i bianconeri non possono vincere sempre e come ci sono stati cicli di grandi successi, sono arrivati anche anni meno soddisfacenti per i tifosi ma le parole di Massimiliano Allegri prima del match contro il Paris Saint Germain ("non è questa la partita importante, ma quella con il Benfica") hanno fatto storcere il naso a tantissimi tifosi juventini.
Il ragionamento del mister non faceva una piega sia chiaro: il club di Messi, Mbappè e Neymar è il super favorito per il passaggio del turno quindi la seconda posizione che qualifica agli ottavi della Champions League, la Juve se lo giocherà proprio con i portoghesi. Dunque lo scontro diretto con il Benfica ha un peso specifico più importante e sono contro di loro le partite assolutamente da non sbagliare.
Allegri dunque ha peccato in eccesso di sincerità o della mancanza di quello stile Juve di cui si sente spesso parlare? Che poi alla prova sul campo, l'11 bianconero ha quasi "rischiato" di pareggiare a Parigi contro il "dream team" ed il 2 a 1 a finale per quello che si è visto in campo sta stretto alla squadra italiana in campo per di più senza tanti titolari attualmente ai box per infortunio a cominciare dallo sfortunato Pogba che non tornerà a vestire i colori bianconeri non prima del gennaio prossimo salvo miracoli.
Dopo ben nove scudetti vinti, nelle ultime due stagioni la Juve si è arresa alle due milanesi ma è ovvio che si voglia tornare a vincere quanto prima la Serie A. Il Campionato è appena iniziato, la classifica è ancora corta e indubbiamente i bianconeri hanno tutte le carte in regola per essere competitivi potenzialmente insieme alle altre favorite alla vittoria finale partendo dai campioni in carica del Milan, seguita da Inter, Napoli e Roma.
Ma in Europa? Sono sufficienti due ex PSG come Di Maria e Paredes, un eccellente bomber di "scorta" come il polacco Milik, la rivelazione granata Bremer, il serbo Kostic, il rientrante e sfortunato Pogba per ambire alla vittoria finale in Champions League? Le parole di Massimiliano Allegri prima del match contro il Paris Saint Germain ai tifosi juventini non sono proprio piaciute perché sono sembrate un segno di resa nei confronti della squadra francese e, parallelamente, alle grandi del vecchio continente che hanno vinto la Coppa nelle ultime edizioni come Chelsea e Real Madrid.
E questa resa incondizionata indubbiamente non può piacere ai tifosi bianconeri. D'altronde il recente successo di 4 a 1 del Napoli contro il Liverpool, e lo stesso quasi pari della Juve contro il PSG dimostra che i pronostici contano fino ad un certo punto e se pur ci sia un gap tecnico delle italiane rispetto alle grandi d'Europa e che le previsioni possono anche essere fatte per poi essere smentite dai risultati sul campo.