LA STORIA
Si erano già cercati due anni fa, ma il matrimonio non andò a buon fine: i dubbi riguardanti il suo minutaggio alla Juventus e il legame con i colori dello Schalke, ancora troppo forte per venire meno alla promessa fatta nel 2001, anno nel quale Julian Draxler cominciò ad allenarsi nelle giovanili del club sette volte campione di Germania. Un sogno mai celato quello di diventare un simbolo dei 'blau un weiss': era il chiodo fisso del ragazzino nato il 20 settembre 1993 a Gladbeck, comune alla periferia nord ovest di Gelsenkirchen. La città del carbone e dell'acciaio, degli operai, dei minatori: e minatore (o Knappein, se preferite) è anche il soprannome dato a chi veste la maglia dello Schalke. A Draxler andava benissimo: sgobbare, lavorare sodo, scuola, allenamenti e la sera pochi svaghi, perchè il giorno dopo poi si ricomincia. Farlo per amore dello Schalke, (club di cui è anche inevitabilmente tifosissimo) lo stesso amore che lo portò nel giro di due anni a rifiutare Juventus e poi addirittura il Real Madrid, con Ancelotti che lo cercò immediatamente dopo aver messo in bacheca la "Decima" per le merengues. I grandi club possono aspettare: o forse no. Difficile per uno che vent'anni è già campione del mondo (in Brasile giocò anche qualche minuto nella storica semifinale vinta 7-1 col Brasile), ed ha già collezionato 166 presenze tra Bundesliga e Champions condite da 29 reti. Numeri da capogiro, come quelli che fa vedere in campo quando sfiora il pallone con la delicatezza e la sapienza dei grandissimi. Strano a dirsi, per un minatore.
TECNICA SOPRAFFINA
Un fisico impontente (187 centimetri) unito ad un'esplosività unica nel breve ed alla progressione di un centrometrista. Draxler è capace con la sua corsa di spaccare in due le difese avversarie: palla sempre incollata ai piedi (destro o sinistro, fa poca differenza) e testa alta, per sapere sempre dove sono i compagni in campo e metterli sempre in condizione di chiudere l'azione nel migliore dei modi: i 29 assist confezionati in cinque stagioni di Bundesliga lo testimoniano. La specialità della casa, oltre al passaggio vincente, è senza dubbio l'attitudine a dribblare qualsiasi avversario gli si pari davanti: la cosa fuori del comune è che lo fa sempre nel modo più veloce per arrivare in porta, senza dimenticare di chi è seduto in tribuna a pagare il biglietto. Nelle ultime due stagioni ha cominciato a fidarsi di più del suo tiro dalla distanza (quasi due conclusioni a partita arrivano da fuori area), migliorando anche la sua capacità d'inserirsi senza palla tra le maglie della difesa avversaria. Due caratteristiche da trequartista 2.0 perfetto per il 4-3-1-2 di Allegri, anche se nello Schalke ha sempre giocato da esterno di sinistra di un 4-2-3-1.
PRO E CONTRO
Da due anni sul taccuino del direttore sportivo bianconero Paratici, Draxler ha l'età giusta (21 anni) per fare il salto di qualità in Italia. Allegri ha dimostrato di essere un artista nel plasmare il talento degli astri nascenti (Morata l'ultimo in ordine di tempo), trovandogli la giusta collocazione in campo e il ruolo tattico. Il tedesco sembra avere anche la testa al posto giusto, decisamente non una "primadonna" come Goetze. Aleggiano però alcuni dubbi: trattare con lo Schalke potrebbe essere complicato (clausola rescissoria di 45 milioni di euro), e a ridosso delle punte le cifre realizzative di Draxler dovranno necessariamente salire (solo in una stagione nello Schalke ha raggiunto la doppia cifra di reti in campionato). L'interrogativo più grande è quello relativo agli infortuni: appena 15 presenze in Bundesliga lo scorso anno, con Di Matteo che non l'ha avuto a disposizione da fine ottobre a metà aprile. Un episodio che la Juventus si auguri possa considerarsi isolato, perchè al prezzo giusto i bianconeri potrebbero portarsi a casa uno dei futuri dominatori del calcio europeo.