"Io penso che questo argomento sia diventato di una noia mortale. Veramente, di una noia mortale". Non le manda a dire Antonio Conte che, alla vigilia della sfida della sua Juventus a Cesena, risponde così alle domande sul gol fantasma di Muntari nello scontro diretto col Milan dello scorso 25 febbraio, rievocato da Massimiliano Allegri che ne ha sottolineato il "peso devastante" nella lotta scudetto: "Dopo la gara di Parma abbiamo sollevato un problema e ci è stato detto che bisognava stare tutti zitti - sbotta l'allenatore bianconero -. E noi da Parma siamo stati zitti. Ogni tre giorni sento e risento parlare sempre delle stesse cose, sento parlare sempre gli altri. Onestamente questo argomento mi annoia. Però questo è il calcio, questo è tutto, andiamo avanti. Noi siamo andati avanti: ecco, noi siamo andati avanti. ''E' stato lo stesso Allegri a dire che, se vincessimo lo scudetto, sarebbe meritato. Dobbiamo essere credibili quando parliamo".
Poi la replica a distanza anche alle parole di Marotta, secondo il quale Conte rimarrà a lungo sulla panchina juventina: "Sicuramente mi ha fatto piacere che il direttore abbia parlato di stima e amicizia, ha parlato di un bel rapporto - dice Conte -. E io concordo. Così come sarà opportuno sederci e parlare un po' di tutto dopo un anno di lavoro".
Si parla anche di calcio giocato e della trasferta di Cesena: "Da qui alla fine sono tutti impegni importantissimi, non si deve sottovalutare nessuno - afferma Conte -. La storia ci dice che in passato spesso e volentieri si sono persi punti nel momento cruciale con squadre già retrocesse. Io mi ricordo Roma-Lecce (20 aprile 1986, i salentini già in B vinsero 3-2 alla penultima giornata e consegnarono di fatto lo scudetto alla Juventus, ndr): ero in rosa, lo stadio Olimpico già festeggiava... Niente per scontato, dunque. E’ meglio giocare sempre partite più probanti: resti sul pezzo, l’attenzione è massima e non rischi la sottovalutazione. Il Cesena è probante: non perde da quattro partite".