Una vittoria per continuare a sperare nella Champions. È questo l'obiettivo reale della Juventus che si appresta ad ospitare allo Stadium l'Inter di Antonio Conte, fresca di scudetto vinto con largo anticipo ma capace di vincere le ultime quattro partite giocate, due delle quali, contro Sampdoria e Roma, a titolo già conquistato. Il Derby d'Italia in programma sabato 15 maggio alle 18 offre diversi spunti di riflessione: la Juventus, nonostante il successo in rimonta contro il Sassuolo, resta, al momento, fuori dalla zona Champions. Il quinto posto attuale, infatti, vale l'accesso alla prossima Europa League, nonostante il solo punto di ritardo in classifica nei confronti del Napoli di Gattuso. Da qui alla fine, però, mancano appena 180' e la sfida contro la Beneamata è, di fatto, una finale per Andrea Pirlo. Se dovesse arrivare un pareggio o, peggio, una sconfitta, la Vecchia Signora potrebbe anche essere aritmeticamente fuori dalla lotta Champions, qualora arrivassero risultati positivi per Atalanta, Milan e Napoli. Può essere questo lo scenario che pregusta Antonio Conte che, da bandiera juventina in campo e da allenatore, è riuscito a firmare un'impresa, interrompendo, con la sua Inter, il dominio bianconero durato 9 anni. Juve-Inter vale tanto per la Juventus e poco per l'Inter ai fini della classifica ma è anche un incrocio tra bomber, leader, trascinatori come Cristiano Ronaldo e Romelu Lukaku. Il fuoriclasse lusitano ha vissuto una stagione di alti e bassi ma i numeri sono impressionanti: 28 gol in Serie A (capocannoniere), l'ultimo dei quali, al Sassuolo nell'infrasettimanale, è stato il 100° con la maglia della Juventus. CR7, dopo alcune prestazioni sottotono che hanno generato inevitabili critiche, ha reagito da campione e la sua rete ha permesso alla Juventus di alimentare le speranze Champions. Dall'altro lato c'è un Lukaku che è il simbolo dell'Inter di Conte. Il belga è una macchina da gol (22) ma è anche il perno attorno al quale ruota tutto l'attacco nerazzurro. Con il suo fisico scultoreo, l'ex United è un punto di riferimento per i compagni e un pericolo costante per gli avversari. Romelu è migliorato anche in termini di partecipazione al gioco offensivo e i 9 assist in Serie A ne sono la conferma più autentica. Antonio Conte, che si è impuntato sin dal gioco in cui ha messo piede ad Appiano Gentile, ha vinto la sua scommessa - Lukaku è diventato l'acquisto più caro della storia dell'Inter - e ora ne riscuote la vincita.
Sabato sera, alle 20.45, va in scena il derby di Roma numero 156 in Serie A. I giallorossi sono avanti negli scontri diretti (55 vittorie, 60 pareggi, 40 sconfitte) ma in classifica sono dietro di 9 punti, distacco ormai incolmabile e che impone alla squadra di Fonseca il monito di guardarsi le spalle. La Roma, infatti, attualmente è settima e qualificata per la prima edizione della Conference League, nuova competizione organizzata dall'UEFA e che partirà proprio a settembre. Dzeko e compagni, però, hanno appena due punti di vantaggio sul Sassuolo ottavo e, per preservare quantomeno il pass per l'Europa, occorrerà raccogliere punti nelle ultime due partite di campionato. Dall'altro lato del campo, però, c'è una Lazio che non vuole arrendersi ad un destino che appare già segnato: il gol di Ciro Immobile all'ultimo minuto di partita contro il Parma ha regalato tre punti vitali ai biancocelesti, tanto che l'aritmetica offre ancora qualche possibilità ai ragazzi di Inzaghi di rientrare tra le prime 4 e quindi in Champions League. La Lazio, infatti, ha 67 punti, 6 in meno del Napoli quarto ma potenzialmente il divario è dimezzato, in quanto i capitolini devono recuperare il match contro il Torino. Le tre vittorie nelle ultime quattro partite giocate in Serie A danno morale alla squadra biancoceleste che è costretta a vincere e sperare in alcuni passi falsi di Atalanta, Milan e Napoli oltre che della Juventus, impegnata qualche ora prima contro l'Inter. Lazio e Roma sono accomunate da una fase difensiva non all'altezza delle prime della classe: i biancocelesti hanno incassato 51 gol (uno in più dell'Udinese) mentre i giallorossi addirittura 56, facendo peggio anche di Sampdoria e Genoa. La fase offensiva, invece, è di pregevole qualità da ambo i lati, anche se i rispettivi bomber non hanno vissuto una stagione ad altissimo livello: Dzeko si è fermato a 7 gol in Serie A contro i 16 dell'anno scorso, Immobile è giunto a quota 20 in campionato, rendimento quasi dimezzato rispetto a quello da record di un anno fa quando Ciro chiuse a 36. Per prendersi l'Europa, Roma e Lazio si aggrappano ai loro centravanti ma la sensazione è che sarà l'efficienza delle rispettive difese a spostare l'ago della bilancia in un derby di Roma da vivere tutto d'un fiato.