Juventus, è rivoluzione: esonerato Pirlo, torna Allegri

La notizia era già nell’aria ma nel pomeriggio, dopo diversi indizi social del club, è arrivata l’ufficialità. Dopo due stagioni, torna Allegri. Dopo una sola stagione, 2 trofei e un quarto posto, l’avventura di Andrea Pirlo con la Vecchia termina qui.

“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi ma poi ritornano” - una frase che racchiude il rapporto di stima reciproca che c’è tra Massimiliano Allegri e la Juventus. La società bianconera, dopo aver tentato invano di dare alla squadra l’impronta di un calcio più europeo, torna sui propri passi e richiama colui che più di tutti ha rispecchiato, negli ultimi anni, il DNA Juve, dove vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta e Allegri lo sa bene. Un addio, quello del 2019, sofferto ma per molti necessario e naturale dopo 5 anni di successi; colpevole di aver dato alla squadra un gioco troppo difensivo e poco europeo, viene rimpiazzato da Sarri e Pirlo, entrambi traditi dal proprio credo calcistico che non può appartenere ad un club come la Juventus dove l’obiettivo principale è vincere, il come farlo è un aspetto che passa in secondo piano.

Da “#allegriOUT” a “#allegriIN”: sono cambiate molte cose in due anni, ma l’affetto da parte dei tifosi bianconeri per Allegri è sempre stato molto forte, per la persona che è ma soprattutto per l’allenatore che in 5 anni con il club ha vinto 5 campionati, 4 Coppe Italia e 2 Supercoppe, sfiorando per due anni il Triplete. La storia l’ha fatta lui e, ancora una volta, vuole continuare a scriverla con il club che gli ha tolto più soddisfazioni e che più di tutti l’ha fatto sentire a casa. La cartina dello stato del Minnesota, in ricordo del suo rapporto con l’ippica e il famoso sfogo durante Carpi-Juventus 2015 con tanto di giacca scaraventata a terra: questi i due indizi social che hanno preceduto l’ufficialità dell’Allegri-bis; firmato un contratto quadriennale, con la speranza di riaprire un ciclo vincente come solo Max sa fare. Un riconoscimento speciale va fatto a Pirlo che, al suo primo anno da allenatore, in un momento storico così difficile e forse il più duro negli ultimi anni della storia del club, è riuscito a portare in bacheca due trofei e raggiungere la qualificazione alla Champions League. Allegri, ora, è chiamato a riportare dove merita una squadra in piena rivoluzione e valorizzare al meglio i giovani che già con Pirlo hanno dimostrato di poter giocare ad alti livelli.