La Champions non sia come un’ossessione “come la Decima a Madrid”. Se lo dice uno come Cristiano Ronaldo, che di coppe europee e di vittorie se ne intende, forse è il caso di ascoltarlo. Il fuoriclasse portoghese della Juventus ha concesso un’intervista ai quotidiani, raccontando i suoi primi mesi alla Juve e il suo pensiero calcistico.
A cominciare dai suoi compagni in bianconero: “Non è giusto citarne solo alcuni, ma posso dire che questo è il miglior gruppo in cui abbia giocato. Qui siamo una squadra, altrove qualcuno si sente più grande degli altri invece qui sono tutti sulla stessa linea, sono umili e vogliono vincere. Se Dybala o Mandzukic non segnano, li vedi comunque felici, sorridono. Per me è bello, percepisco la differenza. Anche a Madrid sono umili ma qui… sento che lo sono di più. È molto diverso da Madrid, questa è più una famiglia”.
A proposito di Real, a febbraio c’è il rischio di un incrocio agli ottavi: “Per me, è uguale. Il passato è passato, adesso voglio vincere per la Juve, devo difendere questi colori e il resto non conta. Se giocassi contro il Real, cercherei di dare il massimo”.
C’è qualcun altro che vorrebbe ripercorrere la strada Madrid-Torino? “Vedo che scrivete di James, di Bale, di Asensio ma sono onesto, la Juventus non ha bisogno di altri giocatori. Dovete parlare col presidente. Sul futuro, non so. Marcelo è forte, noi apriamo le porte ai buoni giocatori e Marcelo è uno di loro”.
C’è nostalgia di Messi ora che è in Italia? “No, magari manco io a lui… Io ho giocato in Inghilterra, Spagna, Italia, Portogallo, nella nazionale, mentre lui sta sempre in Spagna. Magari ha più bisogno lui di me... Per me la vita è una sfida, mi piace e mi piace far felici le persone. Mi piacerebbe che venisse in Italia, un giorno. Faccia come me, accetti la sfida. Però, se è felice lì, lo rispetto: è un fantastico giocatore, un bravo ragazzo ma qui non mi manca niente. Questa è la mia nuova vita e sono felice”
Una battuta su Allegri: “È molto professionale, serio, un ottimo allenatore, un tipo molto divertente. Una delle migliori qualità è che parla diretto, fa i nomi. Non capita che dica qualcosa e la gente si chieda a chi si riferisce. Una volta ha detto a uno di noi: 'Non dribblare, il tuo lavoro è correre e passare'. È molto onesto. Ti viene da pensare 'oh questo non può dirlo', però lui lo dice. E poi sorride, ti abbraccia, è molto intelligente, professionale e divertente allo stesso tempo”
Sul pallone d’oro a Modric: “Io penso di meritarlo tutti gli anni, lavoro per quello, però se non vinco non è la fine del mondo. Rispetto la decisione. In campo ho fatto di tutto per vincerlo, i numeri non mentono, però non pensate che io sia meno felice se non vinco. Ho amici fantastici e ho la famiglia, gioco in uno dei club migliori, pensate che vada a casa e mi metta a piangere? Certo che sono deluso, ma la vita continua e io lavorerò ancora duro. Quindi congratulazioni a Modric, lui merita, ma il prossimo anno ci vedremo di nuovo e io farò di tutto per essere ancora lì”.
Chiusura sul suo futuro personale, in cui c’è il matrimonio: “Un paparazzo una volta mi ha visto uscire da una chiesa ma io la cambio tutte le settimane. A Torino ce ne sono tante. Lo faccio per ringraziare Dio per quello che ho”