Due fulmini a ciel sereno si sono abbattuti sul pugilato italiano, scatenati dall’EBU che in fatto di sorprese sembrava destinato alla catalessi. Improvvisamente dalla cabina di regia, ovvero dal vertice: Bob Logist belga, presidente, 77 anni, inizio carriera da arbitro dal 1980 fino alla presidenza che gestisce da decenni. Pertti Augustin, finlandese 75 anni, in pista dal 1988, oggi charmain. I membri: Jean Pierre Becquelin francese, Pete Stucki svizzero 74 anni, Carlos Utrilla spagnolo, Anson Wainwright e Juassi Nietteonen fino a Eric Armit inglese, addetto tecnico, si sono svegliati dal letargo, accorgendosi che i pugili Mohammed Khalladi e Mohammed Obbadi iscritti alla FPI, non possedevano i requisiti per disputare titoli europei. Essendo il primo marocchino e il secondo tunisino. Fin qui tutto regolare. Le normative infatti dicono che per disputare questi campionati devi avere la nazionalità dei paesi che fanno parte dell’EBU. La cancellazione dei due dall’EBU avviene il 29 febbraio 2021. A questo punto le domande che il lettore si pone sono diverse. Perché fino a quella data i due risultavano italiani per l’EBU ed erano i cosfidanti per i titoli europei? Non lo sapevano i membri EBU? E come lo hanno saputo? Una soffiata? Già questo sarebbe grave, ma c’è di più, entrambi combattono in Italia dal 2015 e hanno svolto attività dilettantistica di vertice in Italia. Khalladi ha preso parte anche agli assoluti nei dilettanti. Obbadi è stato campione dell’Unione Europea nel 2016 e 2018, e in quel tempo che nazionalità aveva? Inoltre è cosfidante da quasi due anni. Che i vertici dell’EBU siano in mano a personaggi di dubbio valore, ma tenacemente inchiodati alle poltrone è un dato di fatto. Basta spulciare da quanti anni sono i responsabili inamovibili. Nonostante verdetti scandalosi e altro. Se è vero che ogni federazione ha piena autonomia nell’organizzazione delle riunioni, non sarebbe male dare un‘occhiata alla presenza di pugili che il buon senso dovrebbe vietare di combattere. Un solo esempio: Mihaita Cosma, 39 anni, romeno di stanza a Kiel in Germania, attivo dal 2016, che ha disputato l’ultimo incontro il 6 marzo scorso a Wiesbaden, finendo KO al secondo round contro Muhammad Oguzhan Arifogullari (5-1), turco di 27 anni, ripetendo il risultato ottenuto sei mesi prima sullo stesso ring. Si dà il caso che Cosma abbia raggiunto il record di 24 sconfitte con altrettanti KO. Visto che la federazione tedesca di questi esempi sta riempiendo molte riunioni, non sarebbe il caso di intervenire, magari ufficiosamente?
Per quanto riguarda la posizione della FPI, non ha mai nascosto che i due sono stranieri, ma avvalendosi di normative che permettono a pugili di altra nazionalità, ma residenti in Italia, di disputare il titolo italiano è stata nelle regole. Vorrei capire se ha fatto altrettanto l’EBU. Ho tentato la strada dell’informazione a livello europeo ma il silenzio è stato tombale. Vediamo di capire la situazione dei due cancellati dal ruolo di cosfidanti, dopo essere stati scelti dall’EBU. Mohammed Obbadi è nato a Casablanca il 29 settembre 1993, quindi ha 27 anni e arriva in Italia col padre a 5 anni. Prendono residenza a Firenze, dove nascono un fratello e una sorella, diventati italiani come il genitore. Mohammed traccheggia e chiede ufficialmente la nazionalizzazione solo negli ultimi tempi. Al momento la sua domanda, dopo aver presentato tutta la documentazione, compreso il certificato dalla Tunisia di non aver alcuna pendenza penale, sembra essere giunta alla fase finale. Si tratta di capire quanto tempo occorra per diventare italiano. Ho chiesto al suo allenatore Leo Bundu perché non ci abbia pensato prima. “Riteneva che dopo tanti anni (oltre venti) fosse un passaggio automatico”. Dando per buona la scusa, c’è stata molta negligenza da parte di Obbadi. Che ora deve sperare che il percorso non vada troppo per le lunghe.
Dice Alessandro Cherchi: “La Opi aveva già fissato l’europeo contro lo spagnolo Moreno, per il 23 aprile a Roma, purtroppo è saltato tutto. Ci potrebbe essere l’ultima opportunità se arrivasse la nazionalizzazione entro maggio, di inserire l’incontro a giugno a Milano. Ma non sarà facile. Obbadi non ha dimostrato la giusta responsabilità come professionista.”.
Per quanto riguarda Mohammed Khalladi, nato il 7 aprile 1988 a Tunisi, giunge in Italia nel 2007 a 19 anni, da clandestino e tale resta per due stagioni. Trova rifugio a Genova e inizia l’attività dilettantistica con la Celano Boxe e nel 2014, prende parte agli assoluti a Gallipoli. L’anno dopo passa pro e inizia un nuovo percorso agonistico, alternando lavori part-time per mantenere la famiglia. Inizia le pratiche per diventare italiano, ha qualche inciampo, poi riprende e sperava che in occasione dell’europeo contro Gianluca Ceglia (16-3-1), potesse ottenere titolo e passaporto. Purtroppo non sarà così. Stando alle ultime notizie, la sfida potrebbe riguardare oltre al campano, l’inossidabile Emiliano Marsili (39-0-1) con sede a Salerno, nella seconda parte di maggio. Ripeto, si tratta di ipotesi. Sembra invece confermato il tricolore medi ad Asti il 19 marzo tra il campione Etinosa Oliha (13) e lo sfidante Fabio Mastromarino (8-1-1), con altre sfide stuzzicanti: Alessio Lorusso (12-4-2)-Paki Zaman (4-11-2); Giovanni Rossetti (4)-Petru Chiochiu (9-7). Yassime Herni (5)-Michael Mendy (2-1); Luigi Alfieri (6)-Francesco Zito (0-0-1). Organizza la Loreni Boxe e RaiSport trasmette il tricolore dalle 23.
Giuliano Orlando