Kobe Bryant è tornato in Italia, a Milano, per il suo "Mamba Mentality Tour" targato Nike. L'ex stella dei Los Angeles Lakers, ritiratosi al termine dell'ultima stagione, parla in rigoroso italiano partendo da questa sua incredibile mentalità: "E' cominciata qua in Italia, quando ero piccolo. E' concentrazione assoluta. Un esempio? La tripla di Kyrie Irving contro Golden State in gara 7 delle ultime Nba Finals".
Sono 5 i punti di questa mentalità: l'amore per il gioco "ho giocato per oltre 30 anni", l'ossessione per i dettagli "è fondamentale", il rispetto "una cosa bellissima a questo livello", la resilienza "non ti puoi arrendere mai, nemmeno ai tanti infortuni", e il superamento delle paure "bisogna imparare ad accettarle per superarle, come quando tiri un libero decisivo". A proposito di superare le paure, Kobe aggiunge: "Ho imparato durante un camp a Pistoia quando ero piccolo. Avevo giocato male, ero nervoso e proprio lì, pensandoci e ripensandoci, ho superato queste difficoltà".
#KobeBryant a Milano per il #MambaMentality Tour di #Nike. C'era anche il ct di #italbasket Ettore Messina pic.twitter.com/JDVxiqMG31
— Datasport.it (@DatasportNews) July 22, 2016
Il Black Mamba ribadisce il concetto di voler lavorare per l'Italia: "Voglio insegnare ai giovani, seguirli dai 10 anni affinchè crescano con questa mentalità, con questa attenzione ai dettagli e questa ossessione per il gioco. Tornerò spesso qui, in estate magari poterò con me anche la mia famiglia". Per sviluppare questo progetto avrà bisogno dell'aiuto di Ettore Messina per il quale spende parole al miele: "Ettore ha 'Mamba Mentality', ha la mia stessa passione, studia continuamente. Ero triste quando i Lakers l'hanno lasciato andare. Gli Spurs invece, molto intelligenti, lo hanno preso. Vorrei lavorare con lui per i giovani italiani".
Il figlio di Joe Bryant sottolinea che c'è tanta Italia nelle sue radici: "La passione, l'immaginazione, la curiosità, vivi immerso nella storia che ti circonda ovunque vai, il farsi domande". L'Italia nel suo passato e nel suo futuro, mentre il suo presente? "Leggo, scrivo, lavoro per i giovani, per insegnare, gioco con le mie figlie, progetto con Nike, sono sempre impegnato, non posso stare fermo. Sto scrivendo un libro fantasy basato sullo sport, butto giù idee e ispirazioni, poi ci saranno dei professionisti che metteranno tutto assieme. Il film? E' un progetto molto difficile, vorrei fare una storia su questa ultima stagione ma non un documentario. Ci vorranno 3, 4 o forse 5 anni".
Sull'Nba attuale Kobe ha parlato dei suoi Lakers e della decisione di Kevin Durant di firmare coi Warriors: "I Lakers sono giovani e hanno talento, non so cosa faranno però hanno bravi giocatori. Durant a Golden State? Sono contento di non giocare più (risata, ndr), saranno fortissimi. Kevin ha preso la decisione migliore per lui e dobbiamo rispettarla".