L’Italia agli europei schoolboy e girls, 7 azzurri e 8 azzurre a Maribor in Slovenia.
La storia del torneo. Intervista a Valeria Calabrese c.t. femminile
di Giuliano Orlando
Dalle alture di Erzurum in Turchia dello scorso anno, capoluogo dell’Anatolia a quasi 1900 metri di quota 4000 abitanti, nell’estremo Est europeo non troppo lontano da Armenia e Georgia, alla Slovenia a Maribor, antica cittadina nella Stiria, in zona collinare, a 275 metri di altitudine, 105.000 abitanti, con ricca produzione vinicola e stazione sciistica molto nota. Da anni a Maribor vengono allestiti appuntamenti di pugilato. In questa occasione ospita il vertice europeo della boxe più giovane, quello riservato al settore schoolboy e girls. L’Italia allinea sette maschi e otto femmine. I primi preparati dal c.t. Patrizio Oliva, le ragazze da Valeria Calabrese, che ha svolto gli ultimi allenamenti a Maribor. L’impianto che ospita l’evento è la University Sports Centre Leon Štukelj, utilizzato anche per altri sport. Il calendario ufficiale indica l’arrivo delle nazioni il 15 agosto, mentre il 16 sono previsti i sorteggi e la riunione tecnica. Giovedì 17 scattano i match con le eliminatorie che proseguiranno fino alle semifinali (23-24) che si concluderanno con le finali il 25 agosto. Il giorno seguente partenza dei team presenti alla rassegna. Sedici le categorie maschili. Si parte dai 37 kg, quindi 40, 42, 44, 46, 48, 50, 52, 54, 57, 60, 63, 66, 70, 75, 80 e 90. Tredici per le schoolgirls: kg. 34, 36, 38, 40, 42, 44, 46, 48, 51, 54, 57, 60, 64 e 70. La rassegna del 2023 segna anche il record di 30 nazioni: Albania, Armenia, Azerbaigian, Belgio, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca Repubblica Ceca, Inghilterra, Spagna, Estonia, Georgia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Israele, Italia, Lettonia, Lituania, Moldavia, Montenegro, Polonia, Romania, Scozia, Slovenia, Serbia, Slovacchia e Ucraina. Complessivamente 385 i pugili, 261 maschi e 124 ragazze. Il c.t. Patrizio Oliva, coadiuvato da Rocco Prezioso hanno scelto: Imad Bouraouia CP Bizzarro (40); Giuseppe Catinella SC Dresda (42); Mattia Farnese LZ Acc. Pug. Viterbo; (44); Vittorio D’Alessandro SC Team Tranchina (46); Daniele Fabi LZ Rignano Club (48); Alessandro Facioni LZ Il Gladiatore Academy (57); Francesco Di Palmo PL Team Rocco Di Palmo (70). Per quanto riguarda il settore femminile, la responsabile Valeria Calabrese, affiancata da Gianfranco Rosi ed Emanuele Agati, ha dato fiducia a otto scolare: 40 Mohamoud Jama Amina CL Invictus Box. Club; 42: Michela Guglielmon TN New Athletic Rovereto Boxe; 46: Giorgia La Rosa SC Sicula Boxing Club; 48: Serena Scalco LB Elite Boxing Club; 51: Carol Gurgiullo SC Pug. Dresda; 57: Rachele Perna TS Fight Gym Grosseto; 60: Giada Lopez PM Boxe Alessandria La Tana del Dragone; 64: Gaia Caldarella SC Dugo Boxe. Team leader femminile la consigliera lombarda Carlotta Rigatti Luchini. Arbitro: Gaetano Valentino. Il campionato maschile tocca la 20° edizione mentre quello femminile raggiunge la quinta. Entrambi sono opera di Franco Falcinelli, sicuramente il presidente europeo più attivo e innovativo. La prima edizione maschile venne inaugurata a Roma nel 2003, inizialmente dai 14 ai 15 anni, scesa in seguito ai 13 e 14. Tra i vincitori l’inglese pakistano Amir Khan, campione del mondo da pro. Nell’occasione, Giacomo Corsale (66) colse il primo oro per l’Italia. Il più noto è Dmitri Bivol, 32 anni, nato in Kyrgyzstan il 18 dicembre 1990, professionista dal 2014, residente negli Usa, nel 2017 ha conquistato il mondiale mediomassimi WBA, difendendolo con successo ben otto volte. Lo scorso anno ha battuto i due idoli messicani Saul Alvarez (57-2), che non conosceva sconfitte dal 2013 contro Floyd Mayweather, oltre che il pugile più pagato e Gilberto Ramirez (44-1) che era imbattuto dall’esordio nel 2009. Nel 2019 a Tbilisi in Georgia, la Russia venne esclusa perchè le date di nascita sui certificati, non collimavano con quelle dei libretti dei combattimenti. Un sospetto antico, osservando atleti di 13 e 14 anni che apparivano molto più anziani. Al rientro nel 2021 a Sarajevo in Bosnia Herzegovina, la Russia al maschile conquista 11 ori, su sedici categorie, oltre un argento e quattro bronzi, ovvero tutti i russi sul podio! Creando un abisso con le altre nazioni. Lo scorso anno, Russia e Bielorussia vengono esclusa per l’invasione dell’Ucraina. Nel medagliere, il divario con le altre nazioni resta abissale, con 175 ori, 45 argenti e 28 bronzi, per un totale di 248 medaglie. L’Ucraina la segue con 36 ori, i 65 argenti e i 80 bronzi per un totale di 181. L’Italia dal 2003 ad oggi ha conquistato 2 ori, 4 argenti e 14 bronzi, navigando in16° posizione su 32 nazioni presenti, di cui solo 20 giunte almeno una volta all’oro. Praticamente un campionato russo open fino al 2021. Lo scorso anno, assenti Russia e Bielorussia, si iscrissero ben 28 nazioni, contro le 25 della sorsa edizione. Salendo a 378 atleti (271 maschi e 107 scolare) contro i 274 del 2021. Lo stesso ritornello nel settore femminile, anche se la presenza russa si è limitata a due edizioni, quella inaugurale nel 2018 ad Albena in Bulgaria e nel 2021 a Sarajevo in Bosnia su quattro edizioni, nel medagliere comandano con 16 ori, 9 argenti e 1 bronzo, seguite da Ucrana (9-14-11), G.B. (9-5-5), Irlanda (5-10-10), Italia (5-2-14), quindi Ungheria, Cipro, Armenia e Croazia con un oro a testa. Solo dieci nazioni sono salite all’oro, A dimostrazione quanto sia difficile anche nella categoria più giovane salire sul podio più alto. Per l’Italia i motivi principali sono due: l’età di inizio dell’attività, con nazioni che partono da 10 e le altre da 11, noi siamo l’unica che inizia a 12 anni. A questa difficoltà si aggiunge la scarsissima attività. In questa edizione ancora maggiore che nel 2022, dove la squadra femminile si presentava con una media di una ventina di incontri alle spalle, mentre le attuali otto titolari sono sotto i dieci match. Valeria Calabrese che in passato ha compiuto dei veri e propri miracoli è chiamata all’ennesima impresa. “Ci sono ormai abituata anche se non è detto che ci riesca. Il continuo allargamento della boxe femminile in Europa rende ogni appuntamento sempre più difficile. Se pensiamo che nel 2019, Cipro conquistò l’oro con Abdullatif, battendo in finale l’ucraina, dobbiamo capire che qualcosa sta cambiando e vincere diventa davvero un’impresa. O sei la Russia, che arriva con atlete di 14 anni che hanno disputato anche più di 60-70 incontri e come loro anche le ucraine e i paesi anglosassoni, diversamente ogni volta è una scommessa. La prima convocazione per questi europei l’ho fatta dopo il campionato italiano chiamando 42 ragazzine, la maggior parte delle quali aveva debuttato con gli assoluti di categoria. Per ovviare parzialmente a questa situazione tra giugno e luglio ho preparato un Training Camp ad Assisi invitando Polonia, Kazakistan e Spagna. L’esito dei confronti mi è stato indispensabile per fare le scelte. Ho avuto ottime conferme, in particolare dalla grossetana Rachele Perna nei 57 kg. che ha superato le tre ospiti, sopperendo alla poca esperienza col piglio di chi ha personalità e cattiveria. Oltre le attese pure la più giovane Gaia Caldarella, siciliana di 13 anni, nei 64 kg. che dalla convocazione ad oggi ha sempre migliorato. Se il sorteggio sarà favorevole potrebbe farmi la bella sorpresa. La calabrese Amina Jama Mohamoud l’ho fatta scendere nei 40 kg., per sfruttare l’altezza e quindi l’allungo. Anche per lei, come per tutte le altre si tratta del debutto, quindi importante cercare di dare il meglio guardando in prospettiva. Lo stesso discorso riguarda Giorgia La Rosa (46) e Carol Gurgiullo, due siciliane di buona volontà. Nei 48 ho scelto la milanese Serena Scalco, allieva di Gabriele Ghiani, oro ai tricolori, bene impostata e molto diligente. Anche per lei europei in chiave di prospettiva. La trentina di Rovereto, della New Athletic, Michela Guglielmon (42) è una brevilinea votata all’attacco, migliorata dalla prima convocazione, più mobile sul tronco e nella scelta dei colpi. Una bella fighter come Giada Lopez (60) piemontese di Alessandria, allieva del gym La tana del dragone, dal temperamento aggressivo, con la speranza non trovi subito avversarie che puntano al podio. Queste le otto titolari. Scolarette di buona volontà, che troveranno rivali di esperienza superiore e avranno il compito di fare meglio. Mica facile”.
Giuliano Orlando