Prosegue il momento poco fortunato dei Los Angeles Lakers. Dopo Anthony Davies, anche Lebron James dovrà fermarsi ai box per un infortunio alla caviglia destra. Dopo i primi bollettini, che non specificavano i tempi di recupero, è arrivata la comunicazione ufficiale dei giallo-viola: James out diverse settimane.
Il brutto periodo dei Los Angeles Lakers non sembra volersi fermare. Oltre ad Anthony Davis, fuori dai giochi da metà febbraio per il riacutizzarsi di un suo vecchio problema al tendine d’Achille, ora è Lebron James a fermarsi. Durante il match di domenica perso dai Lakers contro gli Atlanta Hawks di Trae Young e del nostro Danilo Gallinari, il King ha subito un infortunio alla caviglia destra. All’inizio del secondo quarto Lebron si è avventato su una palla vagante e Solomon Hill gli è involontariamente caduto sulla caviglia, causando una distorsione. Sono stati momenti di panico per i tifosi dei gialloviola e per tutti gli appassionati di basket a stelle e strisce quando in diretta nazionale The Chosen One si è rotolato sul parquet dello Staples Center in preda ad urla di dolore e, probabilmente, di paura di essersi fatto male sul serio; perché non bisogna mai dimenticare che questo splendido giocatore, di cui tutti ammiriamo le gesta e le movenze da ventenne, ha ormai 36 anni e nemmeno lui è sportivamente “immortale”. Una volta passato il dolore e lo spavento iniziale però, Lebron si è rialzato con le sue gambe, testando la sua condizione fisica, consapevole di aver raggiunto un livello di conoscenza del suo corpo tale da poter essere il primo a rendersi conto della reale gravità della situazione. Incredibilmente quando la partita riprende James è ancora in campo, come a voler togliere dalla testa dei suoi tifosi quelle immagini che lo facevano sembrare quasi un essere umano. Gioca una sola azione prima di abbandonare definitivamente la partita e, proprio per ricordarci che sul campo è una macchina, segna un tiro da tre punti praticamente su una gamba sola.
Con l’uscita dal campo del King, i compagni si sono trovati costretti a giocare quasi tre quarti di partita privi di entrambi i loro leader. Già in quello spezzone di partita sono emersi tutti i limiti e le difficoltà della franchigia gialloviola; coach Frank Vogel ha in mano una squadra composta da giocatori funzionali, perfetti per orbitare intorno alle due stelle della squadra. In assenza di queste però i ragazzi dimostrano dei visibili limiti in entrambe le fasi, con una difesa poco organizzata e la mancanza di un uomo che crei gioco in attacco. Dopo la caduta con Atlanta, infatti, è arrivata la seconda sconfitta consecutiva ad opera dei Phoenix Suns di Devin Booker e Chris Paul. Questa partita, oltre ad essere il match in cui Chris Paul ha raggiunto i 10.000 assist in carriera (solo il sesto nella storia della NBA a riuscirci), è costata alla squadra di Los Angeles la seconda posizione nella Western Conference, proprio ai danni della sorprendente franchigia dell’Arizona. Guardando ai fatti, il compito dei ragazzi di coach Vogel sembra chiaro: limitare il più possibile i danni in attesa di almeno uno dei due All-Stars. Al momento Davies sembrerebbe il più prossimo al rientro, e con lui prima e King James poi i Los Angeles Lakers potranno tornare a volare per tentare di bissare il successo dello scorso anno.