Marco Cari, per Cavese-Barletta, un innovatore per caso? Se lo è, tanto di guadagnato perché tale suo status di allenatore, potrebbe giovare alla causa del Barletta, atteso a Cava dei Tirreni, in una gara importante per la squadra di casa ed altrettanto per i biancorossi, cui incombe l’obbligo, addirittura, non di pareggiare ma di vincere per non perdere il contatto con le altre concorrenti per il conseguimento della salvezza prima della fine del torneo.
Diciamocelo con obiettività, il Barletta è entrato in quella fase, denominata bagarre in cui devono cadere quegli schemi, rivelatisi, fino a qualche domenica addietro, improduttivi, e in virtù di ciò, devono scendere in campo coloro che sono stati protagonisti di una vittoria con una delle grandi del campionato ossia il Siracusa e che hanno palesato di stare bene in campo, qualità necessaria sia per giocarsi, al meglio, posti di primato tanto più quelli dell’ultima spiaggia (ed è il caso del Barletta) ove bisogna mettere in mostra una grinta, miscelata a tecnica di base (basta questa) e a uno stato psicologico di grandissimo equilibrio.
Gabrieli avrebbe potuto andare in panchina, per essere sostituito da Di Masi, un estremo difensore di buona esperienza e dai “nervi distesi” (come reclamizzava una tisana), perché l’incontro, tra i campani e i barlettani, pur se sarà mediocre sul piano del gioco, non lo sarà sul piano della combattività. La partita se l’aggiudicherà, la formazione con i nervi più saldi.
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