Durissima presa di posizione dell’Aic riguardo i recenti fatti di Taranto, dove alcuni elementi della squadra sono stati aggrediti da una trentina di tifosi incappucciati. "Abbiamo superato ogni limite - è il commento del Vicepresidente Aic Umberto Calcagno, ex centrocampista di Sampdoria e Paganese, riportato sul sito ufficiale dell’Associazione Calciatori - Parleremo con tutti i rappresentanti delle 60 squadre e con i vertici della Lega Pro. In base a quello decideremo cosa fare per contrastare questo fenomeno".
"C'è bisogno di un gesto forte di tutto il sistema verso qualcosa che col sistema ha nulla a che fare, ossia i violenti - continua il dirigente Aic - Perché bisogna tutelare i calciatori: non è possibile avere paura di essere picchiato o minacciato di morte se hai perso una partita. E' una situazione ingovernabile, non si può immaginare che nel luogo di lavoro dei ragazzi vengano aggrediti in maniera così vile".
Nell'ultimo turno di campionato tutte le partite di Lega Pro erano iniziate con 15’ di ritardo per dare un segnale in seguito alle aggressioni ai danni dei giocatori di Ancona, Catanzaro e Matera avvenute nelle ultime settimane. “Siamo di fronte a una cultura dell'odio verso una categoria a torto considerata privilegiata da parte di persone che pensano di essere padroni di cose che non gli appartengono. Tifare per una squadra non significa avere il diritto di picchiare qualcuno" è l’amara conclusione di Calcagno.
Queste invece le parole del presidente Damiano Tommasi: "Mentre a Londra seminavano morte e terrore nelle vicinanze del parlamento inglese, a Taranto un gruppo di teppisti incappucciati aggrediva la squadra impegnata nella seduta di allenamento. Non vorrei assolutamente confondere la gravità dei due eventi, ma noto come in entrambi i casi c'era un coltello. La lama. A Londra è scattata la massima allerta. Chiusura della metro, controlli rafforzati e cambio programma per migliaia di persone. A Taranto, in Italia, saremo capaci di far scattare le misure di sicurezza adeguate? Basterà non giocare a Taranto per qualche settimana? Basterà denunciare, indignarsi, "daspare" o arrestare? Senz'altro bisognerà fare qualcosa tutti insieme perché nell'uno e nell'altro caso, ad oggi, il coltello dalla parte del manico, in tutti i sensi, ce l'hanno loro".