Oltre 250 presenze tra serie A, B, C e campionato inglese con 55 reti all’attivo: è un curriculum d’esperienza quello di Gianvito Plasmati, attaccante 34enne recentemente approdato al Messina come primo colpo della gestione Proto. Dopo aver navigato in acque agitate, in seguito al passaggio della società nelle mani dell’imprenditore troinese sembra tornato il sereno sullo Stretto: l’obiettivo ora è quello di conquistare la salvezza senza passare dai play off. In esclusiva per Datasport Plasmati della sua nuova avventura con la maglia dei peloritani.
- Tu sei il primo colpo della nuova gestione del Messina. Come ti sei trovato in questi primi giorni?
"Mi sono trovato decisamente bene, dopo alcuni giorni di incertezza legata al fatto che la cessione delle quote non era ancora definitiva. Sarei potuto anche arrivare prima, il Messina mi cercava da mesi, ma è stata una mia scelta personale, perché non ritenevo che in precedenza ci fossero le condizioni giuste per fare calcio serenamente. Ora la squadra si è sollevata ed è cominciato un nuovo corso. Quella di Messina, comunque, è una delle piazze che ho sempre preso in considerazione".
- In che modo pensi che la tua esperienza possa incidere in una rosa composta, a parte alcuni elementi, da giocatori giovani?
"Quando mi è arrivata la chiamata non ho pensato a chi avrei trovato, ma a quello che avrei potuto dare io alla società. La mia prerogativa è quella di dare sempre tutto: a prescindere dall’età, sono convinto che quando c’è voglia di fare si possa superare ogni ostacolo".
- Per il momento il Messina è fuori dalla zona playout: cosa serve per poter conquistare la salvezza in maniera definitiva?
"Non conosco tutte le dinamiche che hanno portato a questa posizione di classifica. Però, per come sono abituato io, per raggiungere determinati risultati non esiste altra medicina che il lavoro. Lavoro, lavoro e tanta abnegazione".
- L’esordio, anche se per pochi minuti, è arrivato nella partita contro il Catania, un match che ha probabilmente un significato particolare per te. Hai dei ricordi particolari legati agli anni a Catania?
"Ce ne sono tantissimi, non saprei neanche da dove cominciare. La mia carriera è legata a Catania, lo dice la storia: io però sono uno che è abituato a guardare in avanti, non indietro, e in questo momento penso solo a dare tutto per la mia nuova maglia".
- Da materano, che ne pensi della recente crisi del Matera? Pensi che riesca a risollevarsi e a tornare a competere per la vetta?
"Da materano me lo auguro, perché la squadra possa dimostrare ad alcune persone di quell’ambiente che a volte una parola di supporto fa molto più che una critica. Matera sta vivendo un sogno, arrivare a competere per salire in serie B fino a qualche anno fa era un’utopia: chi si permette di alzare la voce forse dovrebbe fare un po’ di autocritica".