Alla sua terza stagione fra le fila dei rossoneri, Vincenzo Sarno è uno degli uomini simbolo del Foggia, dallo scorso fine settimana la capolista del girone C di Lega Pro. In cima alla classifica con 59 punti, i pugliesi sono veramente in stato di grazia, con appena un incontro perso nelle ultime undici uscite: una cavalcata che ha permesso loro di agganciare e superare il Lecce, che da qualche settimana deteneva il primato. Sarno, in esclusiva per Datasport, ci racconta quelli che sono gli obiettivi dei Satanelli e quello che rappresentano per lui i colori rossoneri.
- Dopo una rimonta fatta di nove vittorie in undici partite, siete in cima alla classifica. Da cosa nasce questo stato di forma incredibile e questa serie di risultati positivi?
"Sicuramente il gruppo. Questo è un gruppo di grandi professionisti, di grandi uomini e amici: credo che la nostra più grande forza sia proprio il collettivo".
- Fra due giornate c’è la “partitissima” contro il Lecce: si può dire che il campionato sia ormai una corsa a due fra voi o ci sono altre squadre che possono puntare a rientrare?
"Le potenzialità ci sono, perché Matera e Juve Stabia sono due grandi squadre. C’è anche da dire però che 10 punti si svantaggio sono tanti. Nel calcio mai dire mai, ma sono convinto che alla fine a giocarcela saremo noi e il Lecce."
- Cosa vedi nel futuro del Foggia?
"Non parlo mai del futuro, pensiamo a fare un passo alla volta: lunedì c’è la gara con il Monopoli, che è una partita importante. E poi da qui alla fine del campionato abbiamo dieci finali. Per adesso, non diciamo nulla… anche per scaramanzia".
- Sei a Foggia da ormai tre anni: che cosa ti ha dato, calcisticamente e umanamente, questo ambiente?
"Devo veramente tanto a questa squadra, a Roberto De Zerbi, l’allenatore precedente, e a quello attuale Giovanni Stroppa. Ho un legame forte con la piazza, con i tifosi: qua mi sento a casa mia. E giocare con il Foggia è come giocare per la squadra della mia città".
- Parliamo di gol: negli ultimi due anni sei sempre andato in doppia cifra. Quest’anno sei già a 8: preferisci raggiungere o superare quota 10 o sei concentrato su quello che puoi dare alla squadra?
"In primis, viene il risultato della squadra: io lavoro soprattutto per quello. Quest’annata è stata un po’ storta, ho avuto tanti infortuni e non ho potuto dare del tutto il mio contributo. Certo, arrivare in doppia cifra è un traguardo, ma prima di tutto vengono i compagni e la squadra".