Piccolo gioco: cosa hanno in comune Josè Mourinho e Serse Cosmi? Entrambi, prima di sfondare come allenatori, hanno lavorato in una scuola come insegnanti di educazione fisica. Anche Massimo Costantino, tecnico della Vibonese, ha avuto un percorso simile: “Conosco la storia di Mourinho, ma non sapevo che anche Cosmi avesse iniziato così” dice con schiettezza.
Costantino, nato a Milano nel 1973, è un allenatore atipico, con alle spalle una storia particolare: il suo legame con la panchina è iniziato nel 2000, a soli 27 anni, e si è concentrato prevalentemente in Calabria. Vigor Lamezia, Rossanese, Cosenza (giovanili). Poi, in estate, la dirigenza della Vibonese ha pensato a lui dopo il ripescaggio dalla serie D: una bella soddisfazione per il mister, che sta guidando i rossoblù nella loro prima avventura di sempre in Lega Pro Unica (il club era arrivato al massimo fino alla Seconda Divisione): “La mia famiglia si era trasferita a Milano per lavoro, ancora oggi è una città per me familiare ma la mia Calabria non si tocca - puntualizza con orgoglio – qui a Vibo Valentia sto bene, mi trovo in una società in cui è possibile lavorare nel modo giusto”.
- Una squadra composta da tanti ragazzi, ma anche il mister è un giovane.
“In realtà io sono un falso giovane, tra non molto raggiungerò le 200 panchine da professionista: certo, dal punto di vista anagrafico non sono vecchio. E pensare che tanti miei coetanei iniziano ad allenare solo a quest'età”.
- Come mai ha iniziato così presto?
“Solitamente sono gli ex calciatori a fare questo percorso e a sfondare: io facevo l’insegnante, poi al primo anno di Dilettanti allenai una squadra di ragazzini e fu un boom. Terzi in campionato e finale playoff. Ovviamente gli ex calciatori hanno più possibilità perché conoscono tanti direttori sportivi, fortunatamente io ho ottenuto buoni risultati: nel 2011/2012, con la Vigor Lamezia, conquistammo 80 punti in Seconda Divisione ma arrivammo terzi e perdemmo la finale playoff contro la Paganese”.
- Paganese che, proprio sabato 3, ospiterete in casa.
“Pensi che anche nel 2011/2012 l’allenatore era Gianluca Grassadonia: ad ogni modo lo incontro sempre con piacere, è una persona che stimo e un tecnico preparato, ma spero di potermi prendere una rivincita”.
- Anche la Paganese, come voi, ha vissuto un’estate calda a causa del ripescaggio, seppur per motivi diametralmente opposti.
“E’ vero, ma a differenza nostra loro hanno allestito una formazione esperta: Reginaldo, Iunco e Alcibiade, per fare alcuni nomi, sono giocatori che conoscono bene queste categorie”.
- E voi?
“Solo nell’ultimo periodo i ragazzi hanno iniziato a capire le dinamiche della Lega Pro: la mia è una rosa molto giovane, ma dopo un inizio difficile è cresciuta l’autostima e i risultati stanno cominciando ad arrivare. A Catania non meritavamo di perdere, in generale stiamo bene e iniziamo ad avere la consapevolezza di essere una squadra: purtroppo contro la Paganese mancheranno Cogliati, Franchino e Scapellato, oltre a Rossetti”.
- Dopo la Paganese, sfiderete in successione Catanzaro, Taranto, Messina e Akragas: sfide salvezza?
“Per noi saranno le partite più difficili, anche più dure di quella contro il Catania: ma credo che la Vibonese meriti di stare in Lega Pro, chiaramente a gennaio dovremo fare qualcosa sul mercato per centrare la salvezza”.
- In conclusione, facciamo un po’ di pronostici: secondo lei, nel girone C, quale squadra arriverà prima e quindi andrà direttamente in serie B?
“Non è semplice rispondere a questa domanda: abbiamo già affrontato tutte le big e posso dire che è il Foggia ad avermi impressionato un po’ di più per qualità e intensità. Però i pugliesi hanno un problema, giocano nello stesso modo da molto tempo e noto che le avversarie stanno iniziando a prendere un po’ troppe contromisure: anche Matera, Lecce e Juve Stabia sono forti, per cui è dura sbilanciarsi”.