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Giorni di festeggiamenti per chi ha conquistato la serie B, giorni di attesa frenetica per coloro che proveranno a dare un senso alla stagione vincendo i playoff, giorni di ansia e tensione per le squadre che invece dovranno evitare attraverso i playout la retrocessione in D. Ma anche giorni in cui le grandi deluse si leccano le ferite: la Lega Pro è composta da tante piazze calde e storiche, molte di esse sognavano un epilogo diverso ad inizio anno tuttavia non sempre le risorse investite garantiscono un ritorno. Quante squadre, per motivi diversi, hanno totalmente fallito gli obiettivi stagionali? Vediamole una per una.
ALESSANDRIA – Fino a poche giornate dal termine lottava con Como, Pavia e Bassano per la vittoria del campionato, ma un finale di regular season sciagurato ha estromesso i grigi dai playoff (per la gioia del Como, che si è qualificato in extremis). Una campagna acquisti importante, rinforzi di primissimo livello anche nel mercato invernale (Iunco e Germinale su tutti), ma due vittorie nelle ultime dieci giornate non potevano bastare per raggiungere la B e infatti ora, in riva al Tanaro, raccolgono i cocci. “L’abbiamo fatta grossa” il commento amaro del ds Magalini: quali saranno le prossime mosse della società?
ALBINOLEFFE – Premessa: il presidente Andreoletti ha già parlato di ripescaggio, per cui non è da escludere un ritorno immediato della Celeste tra i professionisti. In ogni caso, la stagione degli orobici è stata un completo fallimento: per la prima volta dopo 17 anni (ovvero dal 1998, anno della fondazione) il club è retrocesso in serie D e visto l’andamento del campionato non c’è da essere sorpresi. Sette vittorie in trentotto giornate, peggior attacco con la miseria di ventisette gol e peggior differenza reti del lotto (-24): i numeri non mentono, e pensare che nel 2007/2008 i seriani sfiorarono la serie A perdendo i playoff di B contro il Lecce (un totale di nove stagioni in cadetteria). Il ko di Pordenone dell’ultima giornata ha solo messo nero su bianco quello che la stagione aveva già ampiamente raccontato.
PISA – Il tifoso nerazzurro non dimenticherà facilmente il 2014/2015: l’inizio di stagione è stato caratterizzato dal mancato ripescaggio in serie B (l’impianto di illuminazione dell’Arena Garibaldi ha spento i sogni toscani in tutti i sensi, a favore del Vicenza), nonostante ciò la squadra aveva cominciato benissimo (3-0 al Teramo) e l’approdo in cadetteria sembrava solo rimandato. Le cose, invece, hanno iniziato a precipitare a febbraio: una serie di prestazioni non all’altezza, diverse vittorie mancate e l’esonero di Piero Braglia, sostituito da Bepi Pillon. L’avventura del tecnico veneto, però, è durata appena una settimana, poi è stato Christian Amoroso a traghettare la squadra fino alla conclusione: al Pisa non è bastato un attacco atomico (Arma, Arrighini, Floriano, Misuraca), i soldi spesi non hanno portato a nulla. Che farà ora il presidente Battini?
SAN MARINO – Può uno Stato retrocedere? Battute a parte, il San Marino saluta i professionisti dopo quindici anni e dovrà quindi ripartire dalla serie D: per il secondo anno consecutivo i titani hanno sbagliato quasi tutto (mercato, scelta dell’allenatore), ma mentre lo scorso anno la Prima Divisione non prevedeva retrocessioni questa volta non c’erano vie di fuga per evitare lo schianto. Ultimi nel girone B con sole nove vittorie, e pensare che la Pro Piacenza è riuscita ad acciuffare i playout nonostante la maxipenalizzazione di otto punti.
LECCE – Primeggiare in Lega Pro è difficilissimo, nome e blasone non bastano: spiegatelo al Lecce, che per l’ennesima volta ha fallito l’aggancio alla serie B nonostante una rosa dalle enormi potenzialità (basti pensare a Miccoli e Moscardelli, due che la serie A l’hanno frequentata molto bene). Era il 2011/2012 quando i salentini chiusero il massimo campionato italiano in diciottesima posizione: fu un estate di passione per il popolo giallorosso, la squadra venne spedita in Lega Pro per illecito sportivo e nei due anni seguenti, al momento di vincere i playoff per il ritorno in cadetteria, furono Carpi prima e Frosinone poi a sbarrare la strada. Il destino è beffardo, con molta probabilità Carpi e Frosinone disputeranno entrambe la prossima serie A mentre il Lecce non è nemmeno riuscito a qualificarsi ai playoff: fatali i diversi cambi di allenatore (da Franco Lerda a Alberto Bollini, passando per Dino Pagliari) e le tante, troppe pressioni di una piazza che vuole assolutamente risalire.
CATANZARO – Anche le aquile non possono essere soddisfatte di questa stagione: i calabresi, partiti con grandi ambizioni, non hanno mai trovato la quadratura del cerchio e l’esonero a novembre di Francesco Moriero ha di fatto dimostrato l’inconsistenza del progetto. Grosso ribaltone nel mercato di gennaio, squadra rivoltata come un calzino e anonima chiusura di stagione: un campionato che non può far felice il patron Cosentino.
REGGINA – Come l’Albinoleffe, anche la Reggina spera nel colpo di coda: gli amaranto si sono piazzati in fondo al gruppo nel girone C ma soprattutto hanno vissuto delle enormi difficoltà societarie, le quali hanno portato in dote dei punti di penalità (ben sei). Senza la penalizzazione la Reggina avrebbe conquistato un posto nei playout, ma patron Foti ha già presentato un ricorso in modo tale da ottenere la restituzione di quei punti: in caso di accoglimento i calabresi scavalcherebbero il Savoia a campionato già finito, ma anche in quella circostanza il voto alla stagione resterebbe ampiamente negativo.