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Che l’addio di Francesco Ghirelli alla Lega Pro fosse stato al veleno lo si era capito fin da subito, ma ora ci sono anche le prime dichiarazioni. L’oramai ex direttore generale, licenziato pochi mesi orsono, non le ha mandate a dire e attraverso un’intervista a Repubblica ha lanciato il sasso. “Ho presentato un esposto alla Lega Pro per segnalare alcune irregolarità. Neanche un mese dopo mi hanno licenziato. Un sistema da Unione Sovietica”.
Ghirelli, 66 anni, entrato in Lega Pro nel 2010, era assunto con un contratto a tempo indeterminato ed ha impugnato il licenziamento: con il presidente Mario Macalli i rapporti sono ormai incrinati. “Lamentavo una gestione accentrata del presidente: tutto ruota intorno alle sue decisioni. Il collegio sindacale della Lega Pro dichiara di non avere potere sulla Calcio Servizi che è la cassaforte della Lega e ha come amministratore unico Macalli. Dunque è una società gestita da una persona sola, senza controllo. Per non parlare delle gravi differenze fra quanto i club avrebbero dovuto avere dai contributi federali per i vivai e quanto hanno ottenuto. La Lega Pro è come l'Unione Sovietica - prosegue Ghirelli -, il potere è nelle mani di una persona e dei suoi stretti collaboratori. Ma questo sistema è destinato a implodere, proprio come l'URSS. Se si incrina la credibilità del leader, l'impalcatura crolla”.
Macalli, dal canto suo, ha replicato con una dichiarazione al portale Tuttolegapro. "Non sono abituato a leggere le idiozie. Quelle di Ghirelli sono dichiarazioni farneticanti, il resto si discuterà in altre sedi”. Il duello è appena cominciato.