La Lega Pro è partita, ma come finirà è ancora un mistero. L'ultimo consiglio federale – il 28 agosto - ha dato il via libera alla ristrutturazione dei campionati che dalla prossima stagione dovrebbe vedere l'accorpamento della Prima e della Seconda Divisone in un'unica categoria, che conserverà il nome di Lega Pro e sarà divisa in 3 gironi da 20 squadre. Il punto è proprio questo: come passare dalle 77 squadre iscritte quest'anno alle 60 ipotizzate per la stagione 2012-2013? A livello matematico per arrivare a quella cifra bisognerebbe prevedere 17 retrocessioni dalla Seconda divisione che andrebbero a sommarsi alle 9 retrocesse sostituite da altrettante promozioni dalla Serie D.
Un'ecatombe di 26 club su 41 attualmente iscritti alla Seconda Divisione. Non è ovviamente questa la strada scelta. Le regole di promozioni e retrocessioni, infatti, restano invariate in Prima Categoria e subiscono qualche ritocco in Seconda. In teoria, quindi, la formula manterrebbe le 77 squadre di questa stagione. La soluzione per arrivare alla riduzione verrà trovata solo dopo la prossima estate, quando i requisiti economici e di strutture per ottenere l' iscrizione dovrebbero cancellare – come ormai triste abitudine – una decina di squadre dal calcio professionistico. Quanto sarà impietosa la mannaia e quanto virtuosi i club lo scopriremo solo tra una decina di mesi, a bocce ferme. Nel caso le cancellazioni fossero poche, non è escluso che si decida di varare la riforma in un paio d'anni, per renderla operativa dal 2013-2014.
Una riforma indispensabile, che però nel suo iter porta a risultati paradossali dal punto di vista agonistico: quanto valore hanno le retrocessioni dalla Prima alla Seconda Divisione se l'anno prossimo la categoria sarà unica? Discorso analogo per le promozioni dalla Seconda alla Prima. Insomma, si gioca ma in molti casi l'obiettivo non è chiaro. Anzi, è chiarissimo: racimolare le risorse per giocarsi la partita delle iscrizioni. Lì sì che la lotta sarà dura, durissima.