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Sei mesi di squalifica per Mario Macalli: è la sentenza arrivata dalla sezione disciplinare del Tribunale Federale Nazionale, in merito al caso Pergocrema. Come reso noto dalla Federcalcio arriva dunque l'inibizione per il presidente della Lega Pro e vice-presidente Figc, in parziale accoglimento del deferimento disposto dalla Procura Federale lo scorso 9 marzo. La richiesta dell'accusa, con il procuratore Stefano Palazzi, era stata di otto mesi.
E ora si apre una questione sulle cariche: Macalli conserverà quella di consigliere e vicepresidente Figc (dal momento che per decadere avrebbe dovuto esserci una pena di oltre un anno) ma è in bilico per quanto riguarda il ruolo di numero uno della Lega Pro. Secondo lo statuto nel caso di impossibilità del presidente a svolgere il proprio mandato per un periodo superiore ai sei mesi, deve essere indetta una nuova assemblea elettiva. Macalli è stato squalificato esattamente per sei mesi, quindi in linea teorica potrebbe mantenere la carica, evitando così nuove votazioni.
Il dirigente era stato accusato di non aver erogato volutamente nei tempi previsti i contributi alla socità lombarda, aggravandone così la crisi finanziaria che l'ha portata al fallimento. Inoltre Macalli avrebbe registrato possibili marchi di nuove società di Crema, cedendone poi uno al Pizzighettone.