Libero e Selvaggio. La grande avventura del giro del mondo a piedi
Messaggio e sfida per far capire quanto sia necessario prendersi cure del nostro pianeta - Ignacio Dean – Libero e Selvaggio. La grande avventura del giro del mondo a piedi. edicicloeditore – Pag. 368 – Euro 19.00.
di Giuliano Orlando
Un carrettino chiamato Jimmy, “aquila libera”, che ospita lo stretto necessario per un viaggio, iniziato a Madrid, percorrendo l’Europa, l’Asia, l’Oceania, le due Americhe, approdando in Portogallo per concludersi nella capitale spagnola da dove era partito. Ignacio Dean ha percorso a piedi oltre 33.000 km. e ha attraversato trentuno nazioni, impiegando 1095 giorni, ovvero tre anni. Per questo giro del mondo ha consumato dodici paia di scarpe ed è il primo spagnolo a concludere l’impresa, il quinto in assoluto. Lo definisce un viaggio da sogno e conclude la sua esperienza con questa frase: Nessun limite è più insormontabile di quello che impedisce di credere in qualcosa. Ignacio ci ha creduto e ha superato ostacoli non secondari, in particolare il vuoto che ti avvolge nella solitudine interiore, quando l’orizzonte non ha confini e il tuo camminare sembra non macinare distanze ma restare fermi, circondato dal nulla. Quando arrivi in India e nella periferia di Nuova Delhi, scopri la povertà più assoluta: sudici e malconci, sdraiati per terra, sotto le automobili, nelle nicchie, con la bocca coperta di mosche, i piedi neri e gli indumenti ridotti a brandelli, oppure nudi e coperti da un misero lenzuolo. Lo capisco, perché ho avuto la stessa impressione quando visitai la capitale, una metropoli dalle tante, troppe diseguaglianze. Sensazioni altalenanti, fra lo stupore e la paura, gli sguardi allegri dei bambini sloveni e la severità del doganiere croato, in contrasto con la generosità dei suoi abitanti. Passa dalla Serbia, dove ogni occasione è buona per bere il raki, bevanda nazionale, fatta con prugne fermentate e un contenuto alcolico del 50%. Visita Belgrado la capitale, nata settemila anni addietro, entra in Bulgaria, che trova tranquilla e accogliente. Sofia lo delizia. L’arrivo in Turchia è la svolta del passaggio dall’Europa all’Asia. Il suo attraversamento è anche la prefazione composita di una nazione grande e importante che ha assorbito spaccati di culture diverse, profondamente mussulmana dove molti dei suoi abitanti ritengono che USA e Israele tramino per indebolire i Paesi arabi. Georgia e Armenia hanno impatti diversi, recano le tracce di un recente passato che vogliono dimenticare e nel contempo confermano l’antica cultura di amicizia e disponibilità. L’Iran è un traguardo atteso ma anche temuto. Un uomo e un carretto non possono far paura, ma questo non basta, al punto da vietare una foto al confine. Dell’India ho già parlato. Il Bangladesh, uno dei paesi più popolati del mondo (160 milioni di abitanti) il secondo esportatore di prodotti tessili, ma anche tra i più poveri e Ignacio lo constata giorno dopo giorno. La Thailandia, ovvero l’antico Siam è una ventata di aria fresca e anche l’imperdibile occasione per un massaggio thailandese rigeneratore. Singapore, un volo di farfalla per approdare in Indonesia, nazione composta da 17.000 isole e attraversa i due emisferi. Constata pure che le ragazze trovano i suoi lineamenti molto interessanti e si propongono per una relazione. Evitata con decisione. All’addio dell’Asia, volando verso Darwin in Australia, scopre la realtà di una nazione infinita e la distanza fra le città più importanti è infinita. Dove il vento è sempre contrario, la solitudine lo accompagna come la sua ombra e il rischio di perdere l’equilibrio fisico e mentale si affaccia minaccioso. Quando raggiunge Sydney è davvero malconcio. La consolazione è di aver percorso tre continenti, camminato per 19.000 km. e visitato 19 nazioni. L’approdo a Santiago del Cile, dopo dodici ore di volo, segna un anno e quattro mesi dall’inizio del viaggio. Come ha proceduto il nostro eroe? Ha attraversato il Cile e il suo alternarsi di altitudini, trova l’attenzione della gente, tiene un discorso pubblico e risponde alle interviste. In Perù si gode le ricchezze panoramiche e della gente, che gli fanno superare le difficoltà altimetriche senza assillo. Panama, Costa Rica e Nicaragua, ovvero il giorno e la notte. Honduras, El Salvador e il Messico che percorre in sei mesi, dalle cento sfaccettature per giungere negli USA, a Miami e concludere la scoperta del Grande Paese a New York. Il 22 febbraio 2016 è a Lisbona, che visita e apprezza, accompagnato Juan che lo ospita a casa sua. Lascia il Portogallo e torna in Spagna, la sua Patria. In perfetto orario. Straordinariamente più ricco dentro. Un libro da non perdere assolutamente, in particolare per chi ritiene faticoso percorrere a piedi la distanza da casa al bar, distante 300 metri. Ignacio ha trovato il suo bar dopo 33.000 km. rigorosamente a piedi.
Giuliano Orlando