Libri di Sport: l'amara vittoria sull'icona delle Alpi

Pubblicato il 23 dicembre 2015 alle 21:42:48
Categoria: Notizie di attualità
Autore: Redazione Datasport.it

Cervino. Il più nobile scoglio - Reinhold Messner- Corbaccio  Editore – Pag. 250 – Euro 16.90

La cima del Bianco, la più alta d’Europa (4.810 metri), venne raggiunta l’8 agosto 1786, dai francesi  Jacques Balmat un cercatore di cristalli e Michel Gabriel Paccard, medico condotto. Più difficile risulta quella del Cervino, la vetta alpina italiana di grande eleganza che resta inviolata fino al 14 luglio 1865, ben 79 anni dopo. Una conquista tormentata e tragica, come ci racconta con dovizia di particolari Reinhold Messner, in un libro di estrema fedeltà ai fatti. Dai numerosi tentativi falliti e in particolare quelli inerenti i protagonisti di una sfida tra le guide valdostane e quelle svizzere di Zermatt, i punti di partenza verso una cima che li aveva sempre respinti. Emozionante il racconto delle trattative tra l’inglese Edward Whymper, incisore di professione, inventatosi scalatore e quindi ritenuto un estraneo poco gradito ai valligiani a cominciare da Jean Antoine Carrel, il migliore di tutti che per etica e umanità, rifiuta l’offerta di guidarlo, ritenendo che la fretta di salire fosse un rischio non calcolato.

L’inglese non cede e mette assieme una cordata dalla parte svizzera, che con molta fortuna anche se poco criterio, giunge in vetta, precedendo i valligiani con Carrel, che scelgono la via italiana. Vittoria clamorosa e tragica. Dei sette alpinisti partiti, lungo la discesa, ben quattro perdono la vita, per la rottura di una corda. Il dopo conquista è uno strascico doloroso di accuse e ricorsi in tribunale. Vittoria amarissima per  Edward Whymper, costretto a difendersi da accuse su accuse. L’autore conduce il lettore con precisione chirurgica lungo i momenti più importanti di una conquista  tormentata, in cui si scontrano culture e situazioni economiche diverse. La povertà dei locali, abituati ad una vita dura, contro l’ottica degli inglesi, altezzosi e sicuri, scavalcando principi che per i valdostani sono religione. Un reportage affascinante.