La partita del diavolo – Roberto Rea e Chiara Bottini – Absolutely Free Editore – Pag. 188 – Euro 14.00.
Nella prime righe, una verità nascosta? “Furono due italiani ad aprire la macabra danza (Heysel 29 maggio 1985), dando fuoco ad una bandiera inglese”. Il resto è uno sceneggiato teatrale, con quadri ambientati per dare corpo ad un storia tra realtà e fantasia, un giallo con attori impegnati in continue fughe, inseguiti dalla mafia serba alle polizie belga e di casa nostra. Simpatici e improbabili, ma sapientemente orchestrati dai continui cambi di scena. Da un albergo schifoso di Bruxelles allo stadio per la partita maledetta, dove i nostri protagonisti scoprono quello che i tifosi ignorano: dietro il grande spettacolo del calcio girano interessi pazzeschi. Spiega tutto un serbo, caposcuola del crimine, che gestisce droga e prostituzione, come le trasferte, perfino i parcheggi auto.
Un tourbillon di sequenze, dall’incontro con bellezze mozzafiato e anche mozza teste, mentre prosegue il racconto di questo serbo che gestisce tutto, compresa il rapporto con la protagonista. Si passa ai resoconti del dopo tragedia, al ritorno a casa delle salme, alle riunioni per capire e poi dimenticare, mentre il tandem (lui e lei) lascia Bruxelles per Amburgo attraverso l’Olanda. Si arriva finalmente in Italia, e la musica non cambia, il mondo degli ultras gestisce tutto e tutti. Specie in trasferta, dove ogni mossa (vedi provocazione) ha un suo perché, un disegno preciso. Non solo in Italia, la storia torna all’estero, la giostra non si ferma mai e la commedia prosegue fino all’esaurimento, con il Clown dalle misure eccezionali, che dirige l’orchestra ma non sempre è invulnerabile. Come finisce e dove? A Belgrado, con la vendetta di….. Che scoprirete leggendo il libro.