Libri di sport: I dannati del pedale, da Coppi a Pantani

Pubblicato il 18 aprile 2017 alle 15:35:51
Categoria: Notizie di attualità
Autore: Redazione Datasport.it

I dannati del pedale, da Coppi a Pantani, i ciclisti più inquieti e romantici. Paolo Viberti – ediciclo editore – Pag.  160 – Euro 14.00.
 
Lunga carrellata a pedali. Un romanzo sportivo, un film dai colori violenti, com'è la disciplina del ciclismo, sport dalla grande umanità e dalle fatiche titaniche. Quali le figure dei protagonisti, in un lavoro molto dettagliato, che delinea nomi di assoluta nobiltà del settore. Dai dannati come Fausto Coppi, grandissimo e tragico, che esplose vincendo il Giro d’Italia, partendo come gregario di Bartali nel 1940. Siamo all’inizio del 1900, il ciclismo è ai primi passi, ma in Francia trova sempre più popolarità, e i fratelli Pélissier dimostrano di saperci fare. 
 
Il più dotato e vincente si chiama Henri. Ha talento e orgoglio, abituato a vincere, ma anche capace di far onorare gli impegni degli organizzatori. La filosofia di Alfredo Martini, il ciclista diventato un esempio per tutto il popolo del pedale. Alfonsina Strada, l'antesignana che aprì le porta alle donne in bici, pagando un prezzo salatissimo. Sir Tommy Simpson, l'orgoglio inglese, tragicamente finito nel vortice del doping. Miseria e ricchezza di Ottavio Botecchia, un fuoriclasse che visse la gloria senza goderne i frutti. Marco Pantani non poteva suicidarsi, l'opinione dell’autore, motivando il perché dell’affermazione. 
 
Eddy Merckx il cannibale che non voleva mai farsi battere, vittima di una congiura? Lo svizzero Koblet, primo straniero a vincere il Giro d'Italia portava nel taschino il pettine che usava prima di salire sul palco per la premiazione. Dopo il ciclismo agonistico, preda di belle donne, non trovò mai la vera anima gemella. Quella che sposò fu anche la causa della sua morte precoce. Il romagnolo Ercole Baldini, venne definito "l'Elettrotreno di Forlì", possedeva un motore da fuori serie e lo dimostrò vincendo tutto quello che c’era da vincere. 
 
Inizia prestissimo, oro ai Giochi di Melbourne 1956, record dell’ora scalzando Anquetil, iridato dell’inseguimento a Copenaghen. Un superman del cronometro, capace di vincere il Trofeo Baracchi con un Fausto Coppi, ormai in declino nel 1957. Nell’occasione Baldini forò a metà percorso, invitando Fausto di non fermarsi ad attenderlo. Ci avrebbe pensato lui a recuperarlo per andare a vincere. Durante quell'inseguimento, il pubblico vedendolo indietro, gli inveì  contro, ritenendo che in tal modo vietasse a Coppi di vincere. Ercole non fece una piega, raggiunse Coppi e lo trascinò al traguardo, vincendo l’edizione. Flash parziali, in 25 cammei coinvolgenti come solo il ciclismo sa esprimere. La parte conclusiva definita "I luoghi del culto" percorre gli ambienti emblematici che rendono la disciplina un romanzo sensazionale, dove dall’inizio alla fine si vola tra realtà e leggenda.