Giochi tradizionali d’Italia, viaggio nel Paese che gioca. Associazione Giochi Antichi - ediciclo editore – Pag. 192 – Euro 18.00.
Siamo un Paese che gioca. Da sempre e con tanta fantasia. L’Associazione Giochi Antichi ha svolto un’inchiesta sul campo, durata quattro anni. Lungo i quali gli intervistatori hanno preso atto sia delle trasformazioni che del rispetto delle tradizioni più antiche. Si è trattato di un esperimento, una finestra aperta sulle comunità che queste abitudini ludiche hanno difeso e anche trasformato rendendole usufruibili sia al contesto locale che ambientale.
Testimonianze raccolte in 34 comunità, valutando in altre 700 quelle potenzialmente interessate. L’esperienza, oltre che emozionante, ha fatto capire quanto la pratica dei giochi sia una grande risorsa a vasto raggio: culturale, turistica, sociale e artigianale. Dietro ai giocatori ci sono storie di famiglie che hanno mantenuto vive tradizioni e ricchezze locali, e che rappresentano un modo di vivere che il mondo ci invidia. Si chiama “Lavre” e si gioca nella pineta di Barcola, sul lungomare di Trieste, in due campi fissi, allestiti dal comune.
I giocatori lanciano dischetti di plastica verso un punto nero a buona distanza. Si rifà al gioco delle bocce e da pochi anni sono ammesse anche le donne. I dischetti originali sono vere rarità, custoditi dai fortunati che li posseggono. Sulle origini ci sono tracce dell’Impero Romano. Il Truc, che viene giocato nelle feste pasquali a Cividate del Friuli, è l’antesignano dello squash, ecco l’antichissimo “goasslschnoeller”, a Funes in Alto Adige, dove la frusta diventa suono e messaggio, un gioco d’abilità al quale partecipano famiglie che hanno tramandato l’uso, tanto da allestire un campionato, con precise regole.
Secoli addietro era il modo per definire torti e ragioni. Ci si affrontava con la lotta, decisamente rustica. Oggi a S. Martino di Passiria, provincia di Bolzano, da aprile ad ottobre, il valligiani si affrontano nel rispetto di regole, molto vicine alla greco-romana. Vincere è motivo d’orgoglio in tutta la vallata. Da alcuni anni vengono svolti corsi per la diffusione del gioco tra i giovani. Bisse è una barca col fondo piatto rivolto all’insù che naviga sul Garda, dalla sponda veronese a quella bresciana e viceversa dal lontano 1400, al tempo delle Repubblica Veneta. Potremmo definirla una rozza gondola, in credibilmente resistente.
Si regata da secoli e attualmente i circoli di questa imbarcazione che lavorano per vincere le otto gare della Bandiera del Lago, non lasciano dubbi sulla salute in prospettiva. Un tempo erano le macine di pietra dei mulini ad essere spinte lungo l’argine del Po, in località Casalmaggiore nel cremonese. Una fatica immane. Nel 2002 l’Associazione Oltrefossa, ha sostituito la pietra con enormi balle di paglia di 250 kg. facendo nascere un forte interesse nella gente del posto.
Oltre alla tradizionale sfida dell’ultima domenica di agosto, cresce il campionato di “Sburla la ròda” tra le contrade. Confermando che l’Italia è la terra dei 100 campanili. Giochi con palline di materiale vario, la ruzzola (cerchio di metallo montato su un disco di legno), il Trucco ligure, importato dalla Spagna. Inedito e unico, la Capanna, ovvero il tiro col panforte, il dolce di Siena, che si svolge a S. Flora nel grossetano. Altri giochi caratterizzano la nostra penisola e le isole. Un tesoro immenso da non disperdere.