Libri di sport: la sfida di una ragazza speciale

Pubblicato il 21 ottobre 2016 alle 17:32:28
Categoria: Notizie di attualità
Autore: Redazione Datasport.it

La mia amica spina bifida (autobiografia) – Claudia Muffi – Book Sprint Edizioni – Pag. 40 Euro 14.60.

Ho conosciuto Claudia, detta Kikki e confesso di essermi commosso per la forza che questa ragazza dimostra nell'affrontare ogni giorno la sua nemica “spina bifida” che l’accompagna dalla nascita. Una sfida drammatica, condotta assieme ad una madre eccezionale, un angelo terreno ma non meno importante di quelli che stanno in cielo. Il libro è la cronaca commovente e crudele, in certi passaggi spietata non tanto per le difficoltà che la giovane affronta, quanto per la crudeltà e indifferenza di chi non riesce a capire quanto sia una fortuna e un dovere, restare accanto con una parola, un gesto, un abbraccio a questa straordinaria figura. Claudia usa un linguaggio tanto semplice quanto esplicito.

Descrive gli stati d’animo, le gioie e le delusioni, gli interventi su quel corpo giovane e tanto martoriato, la forza di non cedere e credere che il domani possa essere migliore. In questo contesto, sorprende la lucidità e la freddezza, ma soprattutto la maturità di una ragazza di 17 anni, il cui sguardo ti penetra nel cuore e nell’anima e vorresti fare qualcosa per alleviare i problemi che la circondano come il vento fa con le fronde, sferzandole con gli schiaffi delle raffiche. Ma Claudia non cede, descrive le emozioni, le sensazioni e la sofferenza di essere considerata, come scrive in una autobiografia che meriterebbe spazi importanti, purtroppo riservati ai libri dei soliti raccomandati e delle solite case editrici. Peccato. Se questo suo lavoro potesse decollare oltre i confini dell’Abruzzo, entrando nei palazzi che contano, nei teatri che fanno l’esaurito, forse la maledetta spina bifida, che accompagna Claudia e non solo lei, potrebbe subire un regresso per alleviare il tormento attuale.

In realtà Kikka, che frequenta il liceo classico a Francavilla a Mare nel chietino, ama la musica e va ai concerti, ha percorso l’Italia in treno, passando da una clinica all’altra, ha conosciuto chirurghi e corsie bianche, bambini che la indicavano come quella con le “gambe artificiali” e non volevano giocare con lei. Tutto questo non l'ha mai fermata, semmai è stata uno sprone per non cedere allo sconforto. Anche se nella prime righe del libro, scrive "la mia vita non è facile, perché è brutta e squallida. Vivo con un vuoto dentro che non si riempie mai. Sto male ma vorrei raccontare la mia vita". Parole come piombo rovente, che dovrebbero svegliare chi potrebbe e non aiuta.