Le bici di Coppi. Il tesoro ritrovato di Pinella De Grandi e la vera storia delle biciclette del Campionissimo - Paolo Amadori e Paolo Tullini – edicicloeditore – Pag. 195 – Euro: 29.00.
Un libro molto speciale, imperdibile per chi ama il ciclismo e in particolare per chi ha la curiosità di voler conoscere qualcosa oltre la linea d’arrivo di Fausto Coppi, il Campionissimo. Non tanto le sue imprese, quanto le sue fuoriserie, quelle che cavalcò per andare a vincere i più grandi traguardi del mondo. Per Fausto, come raccontano gli autori e non solo, il tandem con la Bianchi è stato inscindibile per oltre un decennio. Tanti gli episodi che confermano questo amore quasi morboso tra atleta e mezzo meccanico. Non una bici, ma la sua bici. Quella che Pinella De Grandi, l’uomo dalle mani magiche quando preparava il cavallo d’acciaio di Fausto. Quante sono le bici personali del campionissimo, che fine hanno fatto? Partendo da questo interrogativo scatta la curiosità di saperne di più. Ad aprire il cassetto dei ricordi è la signora Caterina, la nipote di Pinella, dando a Paolo Amadori e Paolo Tullini l’archivio dello zio, un tesoro di inestimabile valore, dove sono riportati dati, nomi e tutto quello che riguarda l’attività del più famoso mago della bici del primo dopo guerra.
Materiale inedito di assoluta importanza per aprire un capitolo nuovo nella scelte tecniche di Fausto Coppi e capire quanta importanza avesse la scelta della bici. Nell’intervista alla nipote di Pinella, si conoscono episodi inediti, come la profonda amicizia tra la signora Lucia, moglie di De Grandi e la famiglia di Coppi, non venuta meno neppure con l’unione a Giulia Occhini, la Dama Bianca. Non solo, quando in Argentina venne alla luce Faustino, lei era al suo fianco. Segretaria precisissima del marito, ma anche di Fausto. Pagine inedite di assoluta importanza, dando risposte a domande per anni cadute nel vuoto. In questo contesto la ricerca si è spostata nel reperire le bici che sembravano scomparse nel nulla. Ritrovarle è stato spesso più difficile che scoprire un tesoro. Ogni recupero significava vincere una battaglia. Imperdibili le pagine con le foto e i relativi particolari del campione. Per gli appassionati un diluvio di emozioni, tra telai numerati, manubri, selle, freni, pedivelle, cambi e le iniziali di Fausto, come i disegni pantografati sul telaio.
Manifesti dell’epoca, la storia del rapporto tra Coppi e la Bianchi, il modello “Folgore”, dell’azienda di Viale Abruzzi a Milano, nata nel 1885, all’avanguardia tra le bici da corsa. Ad ogni acquirente maglietta e berretto in omaggio. Negli anni, l’evolversi tecnologico vede la Bianchi sempre al passo con i tempi. Fausto spopola, nel 1946 vince la Milano-Sanremo, il Giro di Romagna, tre tappe al Giro d’Italia, un circuito a Parigi, il Gran Premio delle Nazioni, il Circuito di Lugano e conclusione trionfale col Giro di Lombardia. Sempre sulla Folgore. Foto inedite e ricordi di alcune imprese come il trionfo sullo Stelvio e il mondiale di Lugano nel 1953. Cammei della carriera straordinaria di un campione senza tramonto.