Cinque Cerchi – Storia degli Ori Olimpici Italiani – Roberto Condio – Baldini e Castoldi editori – Pag. 470 – Euro 18.00
E' l'esercito più glorioso dello sport italiano. Gli eroi azzurri saliti sul podio più alto a Cinque L'unico titolo che non ha ex. Chi vince resta campione per sempre. Personalizzare ciascuno di loro è esercizio stimolante ma non facile, impegnativo e importante. Tanti nomi e per ognuno la storia personale che stuzzica ed emoziona. Dal primo assoluto a Parigi 1900, Gian Giorgio Trissino, 23 anni, sottotenente del Genoa Cavalleria, che vince nell’equitazione il salto in alto e il maestro d’armi Antonio Conte, dominatore nella sciabola.
Il terzo oro a Parigi spetta al ciclista bergamasco Enrico Brusoni, nella corsa a punti. Che gli organizzatori dimenticano di premiare. La medaglia arriva solo nel 1998, a distanza di quasi un secolo e 48 anni dopo la sua comparsa, grazie all'associazione degli storici olimpici. Il bello è che il CIO solo qualche anno addietro si è adeguato. Dopo i magnifici tre, la cavalcata italiana è inarrestabile, ogni trionfo ha il sapore dell’impresa stupenda, il segno e il sogno: Antonio Braglia (Londra 1908) il ginnasta fenomeno che saprà ripetersi quattro anni dopo a Stoccolma.
Scorrono nomi come magie, il lottatore Porro, gli schermidori Nadi e i Mangiarotti fiorettisti imbattibili, i pugili che arricchiscono il bottino dell’Italia, da Tamagnini, Orlandi e Toscani il terzetto d’oro in guantoni (Amsterdam 1928) a Sergo nel ’36 ai trionfi di Roma 1960 (Musso, Benvenuti e De Piccoli), di Tokyo: Atzori e Pinto nel 1964, fino a Pechino 2008 con Cammarelle, passando da Oliva 1980, Maurizio Stecca 1984 e Parisi 1988. Oro a squadre, dal Settebello della pallanuoto alla scherma con la Vezzali e la Trillini e tante altre fiorettiste che hanno portato al trionfo le lame italiane. La ginnastica ritrova con Iury Chechi un campione ad Atlanta nel 1996, rinverdendo il ricordo di antichi trionfi azzurri.
Il mondo dell'atletica risale al vertice dopo la doppietta del marciatore Frigerio nel 1920, con Dordoni 1952 e Pamich 1964, i maratoneti Bordin 1988 e Baldini 2004, le frecce Berruti 1960, Mennea 1980 e la Dorio 1984. Per ognuno episodi spesso inediti, sempre interessanti.