Sarunas Jasikevicius – Vincere non basta - Sarunas Jasikevicius, Pietro Scibetta - Add Editore – Pag. 256 – Euro 15,00.
Sarunas Jasikevicius, lituano di Kaunas, nato nel 1976 quando ancora l'attuale repubblica baltica faceva parte dell'Unione Sovietica, è uno dei giocatori europei più forti e unici degli ultimi 20 anni della pallacanestro, uno che ha lasciato un segno indelebile tanto che l'Eurolega gli ha intitolato una sala riunioni nel suo quartier generale di Barcellona e lo ha definito "Euroleague Legend" con una cerimonia nel marzo 2015 prima di una partita tra il Real Madrid e lo Zalgiris Kaunas, il suo Zalgiris, la squadra del suo cuore, quella in cui è cresciuto, quella con cui ha chiuso la sua inimitabile carriera e nella quale è rimasto col ruolo di vice allenatore.
Questa biografia, scritta con il giornalista Pietro Scibetta, racconta la vita di un ragazzo speciale, un vincente, da sempre, che ha messo davanti la vittoria, il raggiungimento di un obiettivo, il soddisfare la sua fame di animale iper competitivo ("La competizione, quella cosa che rende unica la vita di una persona come me", ha detto) ai soldi e a qualsiasi altro scenario. Un ragazzo che ha coronato il sogno di una madre, stella della nazionale sovietica di pallamano, costretta a scegliere tra la gravidanza e le Olimpiadi di Montreal 1976, conquistando il bronzo a Sydney 2000, probabilmente la manifestazione che ha permesso al mondo di scoprire Jasikevicius, reduce dall'esperienza unica negli Stati Uniti al college a Maryland e prima di una carriera costellata di vittorie tra Barcellona, la città del suo cuore, Maccabi Tel Aviv, la squadra più bella e spettacolare in cui ha giocato, e Panathinaikos Atene, l'esperienza più incredibile per l'ambiente, il calore dei tifosi e perchè in Grecia ha conosciuto Anna, la madre dei suoi due figli, Aila e Lukas.
"Vincere non basta" è soprattutto la storia di un uomo che racconta la sua vita al di là del campo da gioco: si parte dall'impatto col mondo al di fuori dell'Unione Sovietica ("Sono nato sovietico e cresciuto lituano", dice), il colpo di fulmine con Barcellona per aver visto una palma (non ne aveva mai vista una) fuori dall'aeroporto, l'incredibile impatto con gli Stati Uniti appena atterrato a New York per l'esperienza col liceo e poi col college a Maryland, un'esperienza americana doppiata successivamente col tentativo in NBA, deludente tra Indiana e Golden State. Gli Usa però sono stati molto generosi con Saras perchè gli hanno dato una seconda famiglia, gli Harrold, a Quarryville, coloro che lo hanno accolto nel suo periodo di formazione aldilà dell'oceano ("Ho una famiglia naturale e ne ho trovata un'altra, favolosa, dall'altra parte del mondo"). E poi gli amori, il matrimonio con un'ex Miss Universo, Linor, la vita di Israele e Tel Aviv, il calore di Atene, il ritorno a Barcellona, Vilnius, Istanbul, ancora Atene e la chiusura a Kaunas, nel suo Zalgiris, il completamento perfetto di una carriera che ora ha preso una nuova strada, quella dell'allenatore dopo che è arrivato il momento, come detto da Jasi, di "uccidere il giocatore che è in me".