W il Giro che unisce. Il ciclismo e le celebrazioni dell’Unità d’Italia – Chiara Corradi – Bradipolibri – Pag. 128 – Euro 13.00.
L’Unione Nazionale Associazioni Sportive Centenarie d’Italia, svolge un ruolo divulgativo per la conoscenza dello sport in Italia. In questo caso per ricordare il Giro d’Italia ciclistico che compie 100 anni. Questo è il testo della tesi di laurea che l'autrice fa conoscere al pubblico nazionale. Nella prefazione, ci sono alcune giuste puntualizzazioni, facendo capire che non basta la passione per trattare una storia come il Giro percorrendone i 100 anni.
Ma se deve esserci una prima volta, utile per fare esperienza, accogliamola con simpatia. Senza dimenticare che la Corsa Rosa, si riporta nella prefazione, è il battito del cuore del Paese; il suo sospiro più autentico; la sua speranza più partecipata. Resta da capire la premessa che spiega come i campioni nascono dalle società dilettantistiche. Difficile possano esser generati in altri contesti.
Il filo conduttore risponde alla domanda: "Come il Giro d’Italia ha festeggiato i cinquanta, cento e centocinquant'anni dell'Unità d'Italia?". Spiegato il perché l’Italia abbia scelto l'azzurro per essere rappresentata a livello sportivo, illustra la nascita del primo Giro ciclistico nel 1909 dal giornalista Tullio Morganti, definito un grande spettacolo di strada, capace di riversare milioni di appassionati, ma puntualizza da mestrina che la Gazzetta dello Sport esagera quando pubblica che all'ultima tappa del primo Giro, "500.000 persone salutano l'ingresso dei trionfatori a Milano" spiegando che Milano in quegli anni "Contava poco meno di 700.000 persone, per cui è facile concludere che – ritenendo giusta la stima del titolo - quasi tutta Milano era in attesa del Giro".
Poi cade sulla buccia di banana di quanto si ferma il Giro ad ogni tappa negli anni ’20. Scrive tre giorni (arrivo, riposo e partenza), magari avessero potuto riposare. Il giorno dopo, salvo rarissime eccezioni, il Giro ripartiva. I ricordi dei tre Giri in corrispondenza dell'Unità nazionale, hanno in Massimo D’Azeglio la voce: “Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani” quello del 1911 (50 anni). Per il Centenario le iniziative si sprecano, radio e televisione in prima fila, con “speciali” a profusione.
La Mostra delle Regioni, il discusso film di Rossellini “Viva l’Italia” e anche il Giro d’Italia. Che tocca tutti i luoghi simbolo dell’Italia unita. E siamo al 2011. La corsa parte da Torino e arriva a Milano. Nella terza tappa, da Reggio Emilia a Rapallo, il belga Weylandt cade e muore. Si parla di annullare il Giro, ma prevale la regola che si deve andare avanti. E viene chiamato il Giro del Risorgimento, per la forza d’animo dei corridori che hanno deciso di proseguire. In sostanza Giro e storia italiana vengono raccontati in simbiosi.