In testa alla Liga, dopo 10 giornate, ci sono i blaugrana. Stranamente, però, non si tratta del solito Barcellona. Al comando solitario del campionato spagnolo c'è il Levante, piccolo club di Valencia che, con i catalani, ha in comune solo il colore delle maglie. Ancora imbattuti dopo le nove partite disputate, 'los granotes' stanno mettendo in scena un buon calcio, fatto di agonismo, velocità, ma anche colpi di buona tecnica. Il presidente Quico Catalàn, con il misero budget di 12 milioni di euro (briciole se paragonati alle cifre folli di Real e Barça), ha imbastito una rosa formata da giocatori d'esperienza. Javi Venta, Del Horno, Juan Fran, Aruna Konè, fino alla vecchia conoscenza interista Farinos: un 'usato sicuro' potremmo dire.
Il tecnico Juan Inacio Martinez è alla prima esperienza in Liga dopo un passato nelle serie minori. Nel suo palmares può vantare un campionato di Segunda Division B (la nostra Lega Pro) nella stagione 2005/2006 alla guida del Cartagena, risultato che lo ha reso famoso tra gli addetti ai lavori. L'allenatore 47enne, da quest'estate sulla panchina del Levante, fa della fase difensiva il suo pezzo forte. I valenciani infatti, fino a ieri sera la retroguardia meno battuta della Liga ed oggi seconda solo a quella del Barcellona, non concedono spazi agli avversari e, con rapide ripartenze, riescono a colpire in contropiede.
Nel turno infrasettimanale il Levante ha conquistato la settima vittoria consecutiva. Ad oggi, tra le vittime della squadra di Martinez figurano i galacticos del Real Madrid (1-0), il sottomarino giallo Villarreal (3-0), la sorpresa Betis (1-0) e il Malaga dei petrolieri arabi (1-0). Ieri sera la settima meraviglia contro il Real Sociedad: sotto 1-0, il piccolo Levante ribalta il risultato ma, a 4 minuti dalla fine, subisce la rete del pareggio. Finita? Neanche per idea. Al 48' il nuovo entrato Ruben Suarez disegna una perfetta parabola su calcio piazzato che non lascia scampo a Bravo. Al Ciutat de Valencia è festa grande, il sogno continua.