Kenny Dalglish è stato sollevato dal suo incarico sulla panchina del Liverpool. Il vertice a Boston tra i due proprietari americani del club John Henry e Tom Werner ha sortito gli effetti preventivati, con i due imprenditori che hanno deciso di esonerare il 61enne manager scozzese. "E' stata una decisione difficile - commenta il presidente Werner -, ma che doveva essere presa. Kenny ha fatto il manager in un momento in cui il Liverpool ne aveva veramente bisogno. Ha fatto più di chiunque altro per stabilizzare il club nell'ultimo anno e verso di lui avremo sempre grande gratitudine".
Dalglish paga una stagione deludente in Premier League culminata con l'ottavo posto alle spalle dei cugini dell'Everton: "I risultati della Premier League sono stati deludenti - prosegue Werner - abbiamo bisogno di un cambiamento e riteniamo di poter costruire qualcosa sui progressi già compiuti". Le uniche note positive della stagione dei reds sono arrivate dalle coppe nazionali, con la conquista della Curling Cup e della finale di FA Cup persa contro il Chelsea, che comunque rappresentano traguardi troppo poco appetibili per un club partito con grandi ambizioni a inizio stagione.
Queste le parole dello scozzese dopo aver appreso la notizia dell'esonero: "È stato un onore e un privilegio aver avuto la possibilità di tornare al Liverpool come manager - confessa - ringrazio tutti, il club e i tifosi senza il loro incrollabile sostegno non avrei mai ottenuto nulla. Ovviamente sono deluso per i risultati della Premier, ma aver riportato un trofeo al club dopo sei anni mi riempie di orgoglio". I nomi più gettonati per succedere a Dalglish, al momento, sono quelli di Pardew, Rodgers, Martinez e Villas-Boas. Remota l'ipotesi che la società possa virare su Fabio Capello, in attesa di una chiamata da parte del Chelsea.