Un'annata sicuramente emozionante quella vissuta dal Livorno, piena di colpi di scena e momenti diametralmente opposti. Nell'estate scorsa c'era aria di grande entusiasmo con la panchina affidata a Cristiano Lucarelli e con Igor Protti nel ruolo di direttore sportivo. Tutta la livornesità era presente, e c'erano grandi premesse, anche grazie al ritorno in amaranto di Alino Diamanti.
Con l'inizio del campionato però, la squadra ha dovuto scontrarsi con la realtà della categoria differente, e sono emersi problemi strutturali e ambientali non da poco. Lucarelli per quanto conoscitore della città e della società, non sembrava trovare il bandolo della matassa. Inevitabile se pur a malinquore la separazione tra la neopromossa Livorno e L'ex bomber. Al suo posto arriva Roberto Breda, che fin dalle prime uscite dimostra maggiore esperineza e grazie ad un paio di accorgimenti tattici, scopre il giusto assetto. Il Livorno vive un periodo molto favorevole nella fase centrale del campionato con tanti risultati utili consecutivi, e un'imbattibilità interna che dura più di tre mesi. Trascinata da un fantastico Diamanti, la squadra viaggia verso una salvezza apparentemente tranquilla, ma con l'avvicinarsi della fine del campionato anche per colpa di un calendario ostico, i labronici perdono terreno e vengono risucchiati nella zona calda della classifica. Un finale di stagione al cardiopalma porta il Livorno a giocarsi la salvezza all'ultima giornata dove con un pareggio estereno per 1-1 a Padova, e la contemporanea sconfitta della Salernitana, riesce nell'impresa di restare in categoria senza nemmeno ricorrere al play-out. Con questo risultato la società potrà agire più tranquillamente per attrezzare la squadra alla prossima stagione.
A cura di Marco Caruso