"Prima di me ci sono state tante leggende, ma adesso è arrivato il mio momento, il mio anno. Voglio distinguermi da tutti gli altri atleti del mondo". Usain Bolt, 25enne giamaicano, si prepara alle Olimpiadi di Londra con le idee chiare e con una speranza: entrare nella storia. Nessuno, prima di lui, è mai riuscito a difendere l'oro ai Giochi nei 100 e nei 200. Lui, che ha trionfato quattro anni fa a Pechino incantando il mondo per la facilità con cui aveva battuto gli avversari, ha tutte le intenzioni di ripetersi. Nonostante finora il 2012 non gli abbia regalato grandi soddisfazioni e nonostante un avversario, Yohan Blake, che fa decisamente paura: "Io posso solo pensare a lavorare sodo, poi la gente può pensare quello che vuole - dice Bolt in una lunga intervista al The Guardian -. So quello che serve per vincere e sono concentrato solo su quello".
Due mesi fa, sulla pista di Ostrava, corse i peggiori 100 metri della sua carriera non riuscendo per la prima volta ad andare sotto i dieci secondi (10"04): "Ho fatto una brutta partenza e tutta la gara ne ha risentito - aveva detto Bolt, l'uomo più veloce del pianeta -. Sentivo le gambe molli, non so per quale motivo. I primi quaranta metri sono stati davvero pessimi, sentivo di non avere potenza". Ma il vero incubo del giamaicano è la falsa partenza. Un anno fa, ai Mondiali di Daegu in Corea del Sud, l'uscita anticipata dai blocchi di partenza gli costò una clamorosa squalifica nella finale dei 100 metri. "Sicuramente è stato il momento più brutto della mia carriera - ammette Bolt -. Avevo lavorato tanto per tornare al top dopo l'infortunio dell'anno prima e sprecare un'occasione in quel modo mi ha fatto veramente arrabbiare. In quei momenti stavo male perché sapevo che avrei potuto vincere quella gara". A un anno distanza Bolt è convinto che la storia non si ripeterà a Londra: "Ho lavorato tanto per questo appuntamento. E' il mio momento, è il mio anno".