Avevano dei limiti e si è visto. In semifinale contro il Brasile, ad esempio, che però gioca a pallavolo come il Barcellona a calcio per capirci. Di un'altra categoria insomma. Ma l'Italia del volley torna a casa con un bronzo d'oro, perché inaspettato e quindi ancora più di valore. Ma soprattutto un successo di squadra vero, nell'Olimpiade senza basket e calcio per i colori azzurri.
Ci sono molte personaggi che meriterebbero la copertina per questa medaglia e già questo è buon segnale di gruppo forte. In primis Mauro Berruto, piccolo ct tra i suoi giganti. Sempre lì: a incitarli, a caricarli. A incazzarsi per spingerli a fare di più, meglio. Mai per lamentarsi. Il bello di questo sport è ascoltare i frammenti dei timeout; si capisce molto, si comprende davvero quanto conta un allenatore. E lui, come mi ha detto un mio collega più esperto, è proprio un bel personaggio.
Dalla guida in panchina a quella in campo: Cristian Savani. Un capitano di nome e di fatto. Il 30enne azzurro è il vero leader di questa Nazionale. Ha qualità e la sfodera, ma soprattutto è quello a trainare la ciurma nei momenti duri. Quando il morale si spezza, quando non sembra più entrarne una. Sbagli tre palle di fila e lui rompe il momento negativo con un colpo morbido, un pallonetto, un ace (che repertorio!). Una sorta di timeout in campo, con punto annesso però.
Al suo fianco il fedele Luigi Mastrangelo, carisma come nessuno. E' una sorta di Bruce Willis. A muro ma anche in battuta, gli anni (37) si sentono, eppure è ancora capace di fare la differenza. Soprattutto resta un punto di riferimento per tutti, giovani e meno.
La medaglia arriva però viaggiando attraverso le fucilate di Ivan Zaytsev e Michal Lasko. Due dal nome poco italiano, due piacevoli sorprese per il grande pubblico. Sono loro le braccia dell'Italvolley.
Tanti nomi e altri ce ne sarebbero da fare. Un lavoro di squadra, una medaglia di gruppo. Chissà se il segreto sta in questa strana formalità di darsi il cinque a ogni punto, fatto o perso, ma questa Nazionale di pallavolo ha dato una grandissima lezione alle sue "colleghe" ben più blasonate e famose.
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