"Non solo non vengono più i grandi campioni, ma addirittura i nostri allenatori migliori se ne vanno all'estero. E dall'estero vengono soltanto i rincalzi". Questo il quadro - decisamente desolante - tracciato da Luciano Moggi per descrivere il momento attuale del calcio italiano. L'ex direttore generale della Juventus, intervistato per il programma The Corner in onda lunedì 2 gennaio su EuroNews, ha le idee piuttosto chiare sui motivi della crisi: "Stiamo a prendere giocatori soprattutto di colore, extracomunitari di seconda o terza scelta - il suo pensiero - che vengono in Italia a poco prezzo, mentre gli italiani di valore costerebbero. Questo impedisce al settore giovanile di crescere".
Inevitabile una domanda su Calciopoli, il più grande scandalo calcistico italiano andato in scena ormai dieci anni fa. Moggi, anche in questo caso, non usa troppi giri di parole: "Calciopoli non esiste. Per esistere Calciopoli bisognava prendere tutte le squadre perché il calcio va visto a 360 gradi e non certamente prendendo una squadra ed escludendo tutte le altre. Se io telefono a un designatore per lamentarmi di una cosa e questo è ammesso dal regolamento, se si escludono tutti gli altri che telefonavano più di me e chiedevano anche favori, diventa un reato il mio che reato non è. Il problema di fondo è l'esclusione di tutte le squadre di calcio e l'inclusione della Juventus, mettendo sotto i riflettori soltanto quello che ha fatto la Juventus e che non aveva niente di illecito. Sono considerato l'ideatore di Calciopoli, però non hanno ancora detto dov'erano le frodi. Erano nella mente di chi sostanzialmente ha creato l'indagine. La Juventus vinceva perché c'era Moggi che aiutava la Juventus e non è così. La Juventus vinceva perché aveva giocatori buoni e migliori degli altri".