Fari puntati sulla Diriyah Arena, la mega struttura costruita a tempo di record, nell’ex capitale dell’Arabia Saudita, per ospitare la sfida miliardaria tra il messicano Luis Ruiz jr. (33-1) attuale titolare di ben quattro cinture: WBA, WBO, IBF e IBO) e Anthony Joshua (Ing. 22-1) lo sfidante, fissata il 7 dicembre, allestita dalla Matchroom di Eddie Hearn, che gestisce lo sfidante, dato favorito, nonostante la sconfitta subita nel primo match. L’evento raccoglie l’attenzione dei media di tutto il mondo, giustificato dal giro di dollari, che ne fa l’appuntamento record dell’anno nel mondo dei guantoni. Un freno all’attività di ogni fine settimana? Solo in parte, visto che nella stessa giornata altre quindici nazioni allestiscono serate di boxe. Lo fanno in Argentina, Australia, Cina, Canada, Giappone, Messico, Inghilterra, Spagna, Francia, Germania, Serbia, Austria, Italia, Russia e negli USA, che di riunioni ne contempla ben 12, la più importante a New York, dove l’imbattuto Jermall Charlo (29), 29 anni, il più bravo dei gemelli texani, difende per la prima volta la cintura WBC medi, conquistata il 29 giugno scorso a Houston, battendo Brandon Adams (21-3), dopo aver detenuto l’IBF dei superwelter dal 2015. Il salto di categoria dovrebbe aprirgli le porte a sfide ben remunerate, visto che la DAZN non vedrebbe male un confronto con Canelo Alvarez, in alternativa alla terza sfida con Golovkin, che il messicano non gradisce affatto. Nel frattempo Jermall deve battere Dennis Hogan (28-2-1) irlandese di 34 anni, residente da tempo in Australia, pugile di grande temperamento anche se ha fallito le precedenti opportunità importanti, l’ultima in aprile contro il messicano Jame Munguja (34), 23 anni, titolare WBO superwelter, una sconfitta più che onorevole per MD. Adesso ci riprova tra i medi, ma forse Jermall è rivali di una spanna superiore. In programma un confronto stuzzicante, quello tra l’antipatico inglese Chris Eubank jr. (28-2) figlio d’arte, inferiore al padre, ma con buone qualità, troppo supponente per piacere al pubblico, anche se il russo Matved Korobov (28-2-1) a 36 anni, il meglio lo ha già espresso, oltre ad una carriera in maglietta non certo leggera. Ugualmente non sarà avversario facile da domare. L’inglese prova a entrare nel mercato USA, quindi vuol fare ottima impressione. In palio l’interim WBA medi, l’anticamera del mondiale vero.
Anche in Russia, al Boxing Acamedy di Ekaterinburg, serata in guantoni con molti aspiranti campioni, al momento ancora in erba. Chi invece deve raccogliere il premio al più presto è Alexey Egorov (9) che deve battere l’ucraino Sergej Radchenko (7-4) in maniera netta, per aprirsi la strada che porta al mondiale cruiser WBA in possesso del franco-armeno Arsen Goulamiriam (25), disposto a metterlo in palio per una buona borsa. Il miliardario russo Andrey Ryabinsky è pronto ad esaudire il desiderio e la sfida potrebbe aver luogo nel prossimo febbraio. Per la cronaca, nei dilettanti, Egorov è stato la bestia nera di Clemente Russo, tre sconfitte su altrettanti match, lungo il torneo APB, targato AIBA. Eppure Russo andò ai Giochi di Rio, mentre Egorov restò a vederli in tivù. Pugni importanti anche nel weekend precedente. A Birmingham in Inghilterra, il favorito sudafricano Zolani Tete (28-3), ha lasciato il titolo Wbo dei gallo nei guantoni del filippino Johnriel Casimero (28-4) 30 anni, che nel cuore del terzo round ha colpito Zolani con un destro preciso e potente al viso, facendolo contare. Anche se l’arbitro ha fatto proseguire il match, fino a quel momento senza grandi acuti, la situazione è precipitata per il sudafricano, in balia del filippino. Altro KD, poi lo stop dell’arbitro sulla successiva caduta di Zolani. Altra sorpresa a Las Vegas, col mancino brasiliano Patrick Teixeira (22-1), 28 anni, che ha capovolto un match iniziato malissimo, contro il dominicano Carlos Adames (18-1), 25 anni, residente negli USA, salito sul ring imbattuto e favorito per l’interim WBO superwelter. Padrone della situazione per sei round, Carlos incocciava sul gancio destro carioca che lo scaraventava al tappeto, totalmente rintronato. Ci pensava l’arbitro Robert Byrd, 76 anni, attivo dal 1982, che ha cercato di aiutare il ‘fratello’ di colore, contando così lentamente da sfiorare i 20”, sufficienti a farlo recuperare e riprendere la battaglia. Da quel momento Teixeira, recuperava il gap iniziale vincendo il match per tutti e tre i giudici: 116-111, 114-113, 114-113. Al momento, il brasiliano è titolare ad interim, ma se, come sembra, il talentuoso messicano Jaime Munguia (34), 23 anni, a 17 anni professionista, lascerà vacante uitolo per salire nei medi, potrebbe diventare campione regolare. Quindi colpo doppio. Sul ring di Montecarlo, un russo è salito sul trono iridato dei welter WBA, sostituendo il mitico Manny Paquiao (61-7-2), che all’alba dei 40 anni, non lo aveva difeso nei termini previsti. Si tratta di Alexander Besputin (14), 28 anni, trasferitosi a Washington nel 2015, sotto la guida del lituano Egis Kilmas, che gestisce diversi pugili dell’Est Europa, i russi in particolare, lavorando con la Top Rank di Bob Arum. Besputin si è distinto in maglietta già nei tornei giovanili. Argento europeo jr. nel 2006 e bronzo mondiale l’anno dopo. Campione d’Europa èlite nel 2013, argento nel 2015, l’anno in cui decide di tentare la fortuna negli USA. Sogno realizzato, dopo quattro stagioni, battendo il connazionale Radzhab Butaev (12-1) 26 anni, nato a Khasavyurt nella Repubblica del Daghestan (Russia Meridionale) il 15-12-1993. Nei dilettanti ha disputato 400 incontri, vincendone 392. Nel derby russo, ha prevalso il miglior senso tattico di Besputin, contro la foga non sempre coordinata del rivale. Sempre a Montecarlo, Cecilia Braekhus (36) 38 anni, nata in Colombia, residente in Norvegia dagli anni ’90. A 23 anni, nel 2004, titolare per la Norvegia agli europei dilettanti disputati a Riccione, è argento, superata in finale dalla danese Skovgaard, l’anno dopo a Tonsberger in Norvegia, conquista l’oro a spese della russa Nemtsova. Tre mesi dopo a Podolsk (Russia) centra l’argento mondiale. Passa professionista nel 2007 e dopo due anni conquista il primo mondiale. Che moltiplicherà nelle stagioni successive. Dal 2016 è la più titolata del mondo femminile con le cinque cinture welter (WBA, WBC, IBF, WBO e IBO). Nel Principato dei Ranieri ha mantenuto con facilità il capitale, superando all’ottava difesa, senza troppo sudare, la coraggiosa argentina Victoria Noelia Bustos (19-6), già titolare leggeri IBF - scalzata dall’irlandese Katie Taylor il 28 aprile 2018, all’esordio negli USA - salita di due categorie, in cambio di una buona borsa (15.000 euro). Non è un mistero che la prossima sfida potrebbe vedere di fronte Cecilia Braekhus e Katie Taylor. Trattativa avviata tra la K2 dei fratelli Klitschko e la Matchroom che gestisce l’irlandese. Che il 2 novembre ha conquistato la cintura WBO superleggeri, strappandola alla greca adottiva Cristina Linardatou (12-2) dopo una battaglia spigolosa. Contro la norvegese, a favore di Katie l’età (33 anni contro 38) ma anche il rischio di affrontare una vera welter, mentre Katie già nei superleggeri ci sta larga. A Las Vegas, l’inglese Carl Frampton (27-2), 32 anni, già iridato supergallo e piuma tra il 2014 e il 2016, batte nettamente il tatuatissimo Tyler McCreary (USA 16-1-1), 25 anni, che lo sovrastava in altezza e si presentava imbattuto. Sul ring Frampton ha fatto valere esperienza e concretezza, non concedendo al pugile dell’Ohio nessuna opportunità di successo. Contato nel sesto e nono round, ha stentato a chiudete i dieci round. Il 100-88 dei tre giudici specchia l’andamento del confronto. Adesso Frampton spera di poter affrontare Jamel Herring (21-2), 34 anni, orgoglio dei marines, esploso nel 2019, conquistando la cintura WBO, piuma, battendo il favorito giapponese Masayuki (25-2-1) 28 anni e difendendola contro Lamont Roach jr. (USA 19-1-), 24 anni, dominato largamente. Prosegue il cammino positivo del massimo romano Guido Vianello (6), gestito dalla Top Rank. Il 30 novembre a Las Vegas ha messo KO al primo round Colby Madison (USA 8-2-2), che contro Robert Simms (8-3) aveva tenuto gli 8 round. Il supermedio milanese Daniele Scardina (18), protagonista per la OPI 82 delle serate allestite con la Matchroom, titolare dell’Internazionale IBF, è entrato nei top 15 per la WBA. Un premio giunto inatteso, mentre la IBF continua ad ignorarlo. Per la WBA il mosca Mohammad Obbadi (20-1), 26 anni, residente a Firenze, è il numero 10 dei mosca. ll 22 dicembre per la OPI Since 82, di Alex Cherchi, torna la boxe al Principe di Milano. Sul ring il medio milanese Riccardo Merafina (6) contro Marco Miano (7-5) che offre sempre prove orgogliose e dignitose. In locandina il supermedio Ivan Zucco (10) e il superwelter nigeriano Samuel Nmomah (12). A Roma in località Vermicino, la Phoenix Gym e The View, hanno allestito una bella serata di boxe, che ha visto il rientro del mediomassimo Orial Kolaj (21-5) vincitore del georgiano Giorgi Kandelaki (7-3-3), inferiore ma mai domo. Kolaj ha denunciato la ruggine dell’inattività, andando spesso fuori misura. Molto più preciso il medio Mirko Geografo (15-1-1) titolare Internazionale WBA, che ha regolato l’altro georgiano Nikolozi Guiniashvili (7-17-4), sconfitto dopo sei piacevoli round. Prosegue la striscia vincente del giovane superwelter romano Alessio Mastronunzio (4), capace di esprime boxe lineare, contro il bielorusso Andrei Sudan (8-26-1). In apertura il piuma Aaron Contu (5) supera ai punti Andrei Nurchynski della Bielorussia. A Scafati nel salernitano, il piuma locale Vincenzo La Femina (5) si impone su Giorgi Gachechiladze (11-14), collaudatore di tutto rispetto. Dopo oltre un anno, è tornato sul ring il superwelter Salvatore Annunziata (21-7-6) 36 anni, attivo dal 2005, superando per la terza volta Giuseppe Rauseo (2-52-4), 39 anni, già affrontato nel 2012 e 2014. A Cavarzere nel Veneto, il medio locale Andrea Roncon (14-4-1) batte il serbo Frane Radnic (11-14) sui 6 round e punta al tricolore della categoria.
Giuliano Orlando