L’1-1 dell’andata lascia in bilico la qualificazione alla finale di Istanbul tra Manchester City e Real Madrid. Decisivi i secondi 90 minuti in programma all’Etihad, in quella che è una gara secca per l’approdo alla finalissima di Champions League a Istanbul.
E’ ancora tutto da decidere tra Manchester City e Real Madrid, che si giocheranno la finale a Istanbul nei 90 minuti, e magari anche di più, dell’Etihad Stadium. Il pareggio maturato al Santiago Bernabeu dell’andata, decretato dalle reti di Vinicius Junior per i Blancos e di De Bruyne per i Citizens, trasforma la gara di ritorno in una partita secca con in palio un posto nella finalissima di Champions League in programma in Turchia il prossimo 10 giugno contro la vincente del derby tra Inter e Milan. Se il Real, che è un habitué avendo già vinto per 14 volte la massima competizione continentale per club nella propria storia, il City insegue quella che sarebbe la sua seconda finale di Champions League, dopo quella persa due anni fa. E’ un vero e proprio tabù che la formazione di Guardiola, dominante in Inghilterra negli ultimi anni, cercherà di infrangere.
Per farlo, dovrà sconfiggere quelli che in Champions League sembrano godere di un’aurea di imbattibilità, i Blancos del Real Madrid, una squadra che non sbaglia praticamente mai quando arriva fino in fondo. Non a caso ha vinto 5 delle ultime 9 edizioni, e con questa sono 8 semifinali negli ultimi 9 anni. Un palmares che fa impressione e con cui dovrà fare i conti il Manchester City, che nel frattempo ha messo le mani sulla Premier League, ipotecata con il largo successo contro un’ex squadra di Ancelotti, l’Everton, e il conseguente crollo dell’Arsenal, che, umiliato in casa dal Brighton di De Zerbi, ha definitivamente alzato bandiera bianca. Aveva mollato da tempo il Real Madrid la Liga, finita ufficialmente al Barcellona, ma si è consolato vincendo la Copa del Rey. Adesso alle Merengues non resta che fare all-in sulla competizione che da sempre è stata nel loro destino, ma per andare avanti devono superare l’ostacolo peggiore tra quelli rimasti.