Titolare, o quasi, nel Manchester United. Stella della nazionale messicana. Javier Hernandez, per tutti ormai 'Chicharito', sta vivendo un momento esaltante della sua giovane carriera. Nella scorsa notte, ad esempio, ha timbrato un gol nel 2-0 alla Serbia in amichevole. Ma non tutto è stato semplice per il 23enne di Guadalajara: "Tre anni fa pensavo di smettere con il calcio - spiega dal ritiro della Tricolor -. Mi ponevo tante domande, non ero certo che questo fosse il sentiero che Dio voleva che seguissi".
Alla base delle ansie di Hernandez, acquistato dal club di Sir Alex Ferguson nella primavera del 2010, la troppa panchina ai tempi del Chivas: "Giocavo poco, facevo spesso parte della squadra riserve - continua il messicano -. E notavo che ragazzi più giovani di me mi passavano avanti. Ciò mi provocava profonda tristezza e mi allontanava dal calcio. Così parlai del mio momento triste con i miei genitori, i miei nonni e la mia ragazza. E loro mi aiutarono a capire che il calcio era ciò per cui ero stato creato".
Una scelta, quella di continuare con il professionismo, che si è rivelata vincente: "So di essere molto fortunato e sono felice di aver preso quella decisione - prosegue Chicharito -. E' stata un'esperienza che mi ha insegnato molto. Ho imparato che è importante vivere serenamente. Solo Dio sa quale strada prenderai e se esaudirai i tuoi desideri".