Zlatan Ibrahimovic non è abituato ad arrivare secondo, men che meno a non vincere nulla in campionato, lui che ha trionfato ovunque tra Olanda, Spagna, Italia e Francia. "Sento molta responsabilità e pressione su di me. Non sono riuscito a vincere la partita, solo io. Sono un leone in mezzo a dei micetti", ha detto lo svedese tirando una frecciata ai compagni del Manchester United al termine del match con l'Everton, finito 1-1 grazie ad un suo rigore al 94'.
Nell'intervista post partita a BT Sports, Ibrahimovic commenta la difficile situazione dei Red Devils, sempre più lontani dalla zona Champions League: "La classifica non mente, siamo dove meritiamo di stare. Non ricordo neanche l'ultima volta in cui sono arrivato secondo. Ero al Milan: era la prima posizione degli ultimi, non mi piace. E' stato un fallimento, qualunque cosa dopo il primo posto è un fallimento. Abbiamo altri trofei da giocare, stiamo facendo il meglio che possiamo e vogliamo fare di più".
Inevitabile che venga fuori il discorso sul suo futuro, coi Los Angeles Galaxy che lo vorrebbero subito in MLS. "Ho 35 anni, un sacco di cose devono essere risolte. Non è come quando ne avevo 20 e davanti avevo altri 5-10 anni, probabilmente ho davanti uno, due o tre anni. Tutto dipende da quello che si vuole e da quello che il club vuole, dalla visione del club. Ho detto fin dal primo giorno che non sono venuto qui per perdere tempo, sono venuto qui per vincere. Vediamo cosa accadrà, non c'è ancora nulla di fatto", ha ribadito Ibra alla TV ufficiale del Manchester United.