Zlatan Ibrahimovic è il sogno proibito dei tifosi del Napoli. Da tempo il suo procuratore Mino Raiola ammicca al club di De Laurentiis e nella prossima estate potrebbe avvenire l'atteso passaggio. Lo svedese ha infatti un contratto con il Manchester United in scadenza a giugno (con opzione per un altro anno) e, in un'intervista rilasciata alla trasmissione 'Collezione Capello' su Fox Sports, apre al possibile approdo all'ombra del Vesuvio: "Io al San Paolo? Perché no, non si sa mai. Con lo United ho firmato per un anno con opzione sul secondo. Vedremo".
Tutto pssibile dunque per Zlatan che in Italia ha vissuto pagine straordinarie della sua carriera: "Alla Juve ebbi subito una grande impressione. Prima di tutto mister Capello, ricordo la prima cosa che mi ha detto: 'Butta fuori lo stile dell'Ajax e diventi un grande giocatore'. Ci siamo allenati tanto soprattutto davanti la porta, poi mi regalò la cassetta di Marco Van Basten. Quando mi chiamò in spogliatoio pensavo di aver fatto qualcosa di male".
Nell'estate di calciopoli Ibra passò all'Inter: "Erano 17 anni che i nerazzurri non vicevano il campionato e mi dissi: se vado all'Inter e vinco faccio la storia della squadra. In quel match a Parma nell'ultima di campionato avevo un problema al ginocchio ma entrai e fui decisivo con due gol. Ricordo che pioveva tantissimo e che prima del gol avevo provato un tiro simile che però uscì. Al secondo tentativo è andata bene".
Non poteva ovviamente mancare una considerazione sul Milan: "La mia famiglia stava molto bene a Milano. Parlavo con Galliani e il presidente Berlusconi mi ha convinto a venire con grande voglia e grandi stimoli - continua -. Era una squadra fortissima. Quando abbiamo vinto il titolo, ricordo Galliani che entra nel nostro spogliatoio con in mano la maglia dell'Inter con lo scudetto e lo scuce davanti a noi dicendo: 'Adesso questo è nostro'. Io non volevo lasciare il Milan. Quando stai bene, stai bene. Volevo solo giocare, ricordando anche quello che mi era successo a Barcellona quando non mi ero trovato a mio agio".
Con il club catalano Zlatan ha vissuto il periodo più buio della sua carriera. A rendere ancora più difficile la sua permanenza in blaugrana è stato il rapporto mai nato con il tecnico Pep Guardiola: "Al Barça andava tutto bene, poi a Natale Guardiola cambiò sistema di gioco e non mi trovavo più. Gli parlai e mi disse che avrebbe sistemato la questione. Invece andai in panchina. Non andavo da lui perché non avevo un problema con quella persona. Era lui che aveva un problema con me e non l'aveva risolto. Ancora oggi non so quale fosse. Prima mi chiamava tutti i giorni per avermi e da un giorno all’altro non giocavo più - conclude Ibra -. Affrontarlo oggi mi dà adrenalina".