Una stagione da dimenticare: Roberto Mancini sta vivendo un autentico incubo in Russia, dove la sua esperienza con lo Zenit San Pietroburgo si è trasformata ben presto in un autentico fallimento. Il Mancio, arrivato con lo Zenit qualificato in Europa League, aveva chiesto e ottenuto un mercato ambizioso dalla proprietà (foraggiata come sempre da Gazprom), così da poter tornare a vincere il campionato e fare un grande percorso in Europa. I russi l'avevano accontentato spendendo 94 milioni e investendone 23 su Paredes (Roma), 16 su Mammana (Lione), 15 su Driussi (River Plate), 9 su Emiliano Rigoni (Independiente) e 8 su Kranevitter (Atletico Madrid) e Mevlja (Rostov), oltre alle spese di minor cabotaggio sui giocatori locali che vanno schierati obbligatoriamente in campionato (Kuzyaev a 4 resta un colpaccio) e al tris di parametri zero dal Rostov (Noboa, Erokhin e Poloz: il primo ha già salutato, destinazione-Rubin Kazan), ma i risultati sono stati tutt'altro che soddisfacenti. Quando mancano solo 90 minuti al termine del campionato, infatti, lo Zenit è praticamente fuori dalla Champions League e staziona in un poco entusiasmante 5° posto in classifica.
Mancini, come spesso gli è capitato nelle (fallimentari) esperienze recenti (Galatasaray e Inter) era partito fortissimo, restando in testa al campionato fino alla 15a giornata, salvo poi avviare un autentico crollo verticale in seguito al brutto ko (3-0) contro la Lokomotiv Mosca. I rossoverdi hanno poi vinto il titolo e si trovano a quota 60 punti dopo 29 gare, mentre lo Zenit insegue a 50 punti ed è preceduto da Spartak Mosca (56), Krasnodar (53) e CSKA Mosca (52): quest'ultimo club giocherà oggi nella 29a giornata, e vincendo butterebbe aritmeticamente fuori lo Zenit San Pietroburgo dalla Champions League. D'altronde, i numeri dello Zenit (che a giugno perderà capitan Criscito: tornerà al Genoa) sono impietosi: i 94mln spesi per rafforzare la squadra a suon di talenti argentini hanno dato vita a uno spogliatoio bifronte, nel quale l'anima straniera e quella russa non sono mai riuscite a coesistere. L'infortunio di Kokorin (crociato rotto e addio Mondiale) ad aprile ha privato Mancini del suo miglior realizzatore e autore di 10 reti, e così le difficoltà dello Zenit si sono acuite. I russi hanno realizzato solo 40 gol in 29 match, subendone 21 e vincendo solo 13 partite: il bilancio è completato da 11 pareggi (otto 0-0!) e cinque sconfitte, ottenute contro Lokomotiv (3-0 e 1-0), Spartak, Krasnodar e Arsenal Tula. E così il Mancini russo sta compiendo il fallimento perfetto, che al momento porterebbe lo Zenit a disputare tre preliminari di Europa League iniziando la stagione a fine luglio: quell'Europa League che ha visto i russi uscire malamente contro il RB Lipsia (ottavi) nonostante le ottime prospettive d'inizio stagione. Un altro dato negativo per Roberto Mancini, che potrebbe consolarsi diventando il prossimo ct della Nazionale italiana: è lui il favorito per la panchina dell'Italia, anche dopo una stagione fallimentare. E così, il tecnico jesino potrebbe comunque uscire vincitore dalla peggior stagione dello Zenit nei tempi recenti: gli scherzi del destino.