A Mantova, Picardi batte Zara per l’UE gallo, El Kadir tricolore mosca a spese di Melito.
di Giuliano Orlando
MANTOVA. Ottimo spettacolo pugilistico al PalaBoni, per l’organizzazione della Promo Boxe Italia col sostegno del Comune di Mantova e la fattiva collaborazione della Boxe Mantova del maestro Bruno Falavigna e il procuratore mantovano Francesco Ventura. In apertura spazio ai dilettanti dove erano impegnati nel Memorial Attilio Lasagna, i mantovani: Rei Gabrieli, Nicholas Froldi, Chander Harmanpreet e Iahcem Tassa. La parte professionistica inizia con la sfida tra il sardo Andrea Aroni (6-1) e l’emiliano di residenza, calabrese di nascita, Domenico Bentivogli (3-6), 31 anni, nei supermedi. Match a senso unico, salvo il primo round, condotto dal più giovane sassarese (28 anni), ottimamente strutturato, che ha fatto valere la maggiore consistenza atletica, costringendo Bentivogli ad una stretta difesa per ridurre al minimo i danni. Aroni, con un buon passato nei dilettanti, pro dal 2019, ha margini di miglioramento notevoli, ma deve aumentare l’attività, per fare esperienza. Per Bentivogli, impegnato anche nel sociale, la scarsa attività ne riduce il rendimento.
Il procuratore Francesco Ventura, in passato al fianco di Segio Cavallari, da alcuni anni ha formato una sua colonia della quale fa parte Tommaso Melito (5-8-1), 32 anni, pro dal 2016, napoletano di Giugliano, allenato dal maestro Francesco Pizzo, reduce da una bella vittoria in Francia lo scorso aprile, contro l’emergente Savarino, superato ai punti. Melito era al secondo tentativo tricolore, il primo nell’ottobre 2020 a Massa, fermato da una ferita nel sesto round contro il toscano Francesco Barotti. Stavolta sperava di cingere il tricolore, ma non aveva fatto i conti col milanese Samir El Kadimi (7-1-1), 33 anni. Nato a Predabissi (Mi) da famiglia marocchina, inizia la boxe a 26 anni, con la Forza e Coraggio del maestro Vincenzo Ciotoli e vi resta fino all’esordio al professionismo nel 2018. Dove rimedia l’unica sconfitta contro il lettone Andris Klein, che lo costringe al conteggio al secondo round. Dopo quello stop, passa all’Apot 28 Ottavio Tazzi, a San Donato Milanese, dove insegnano i fratelli Nico e Leo Pasqualetti. Da allora ottiene un pari e sei vittorie, le ultime cinque prima del limite, compresa quella ottenuta a spese di Melito, sconfitto al secondo round per KOT, travolto dagli attacchi di un EL Kadimi subito all’attacco, togliendo il tempo al campano per le repliche. Il milanese parte a mille, mettendo Melito subito in difficoltà, che fatica non poco a finire la ripresa. Nella seconda è ancora El Kadimi a condurre la danza, centrando con un preciso crochet destro che mette Melito al tappeto. Rialzatosi a fatica, pochi secondi dopo viene ancora centrato dall’uno due e l’arbitro Poggi col giusto tempismo ferma il match. Il neo campione conferma la vigoria atletica, favorito da un rivale subito in difficoltà. Da vedere come reagirà di fronte ad un avversario capace di replicare, ovvero se saprà operare altrettanto bene in difesa. Intanto si gode la cintura tricolore dei pesi mosca. I loro maestri sanno benissimo che debbono lavorare parecchio per migliorarne il bagaglio tecnico. “Prima dell’incontro era molto nervoso, consapevole dell’importanza dell’incontro. In allenamento abbiamo insistito e non poco anche sulla difesa, ma non è facile farlo cambiare a 33 anni. Kadimi ha un carattere forte, essendo un agonista e ama l’attacco”.
In merito a El Kadimi, c’è un episodio da libro “Cuore”, che va raccontato. I loro maestri, nel caso avesse combattuto per il tricolore, gli avevano assicurato una cifra sotto la quale non sarebbero scesi. Purtroppo l’offerta risultò inferiore, ma l’occasione era importante e così hanno fatto una colletta arrivando a quanto promesso. Non solo, non hanno preso un centesimo sia per gli allenamenti che per le spese di viaggio. Quando gli è stato chiesto che rapporto ha con i suoi maestri e tutto il resto, ha giustamente risposto: “Noi non siamo una palestra, ma una famiglia”. Il campione, che lavora da elettricista, al momento è disoccupato, ma spera che il titolo possa servire per trovare lavoro in tempi brevi. A Mantova è andato tutto bene e dopo Fateh Benkorichi è il secondo allievo dei Pasqualetti, che centra il tricolore.
Chi ha messo nel dimenticatoio la data di nascita che indica 3 ottobre 1983, ovvero 39 anni è Vincenzino Picardi (9), bandiera azzurra per oltre un decennio, bronzo olimpico, mondiale ed europeo, detto appunto il soldatino di piombo, esperienza nella WSB sui 5 round, cinque titoli italiani, esempio assoluto per la generosità e i risultati. Tricolore gallo, dopo un solo match da professionista, al nono conquista il trofeo dell’Unione Europea e visto il rendimento, nulla vieta di sognare anche per quello assoluto dell’EBU. Si è concesso un bis importante, ribattendo il più giovane Cristian Zara (9-2), 25 anni, sui 12 round, tenendo a lungo l’iniziativa, mentre il sassarese preferiva il gioco di rimessa, puntando sulle leve più lunghe. Idea giusta sulla carta, ma per renderla esecutiva doveva dare più consistenza ai pugni, scagliati con eccessiva prudenza, mentre Picardi appariva più deciso. Dodici round spumeggianti e molto equilibrati, anche se personalmente alla fine avevo un vantaggio per Picardi, superiore al conteggio dei giudici (due 115-114 e uno 115-113). Lungo i dodici tempi, Picardi è sempre stato in vantaggio, ha pressato di più e a Zara è mancato il coraggio di scambiare alla corta distanza. Nel primo confronto a Stintino il 6 agosto 2021, l’isolano si era innervosito, diventando confusionario e perdendo una sfida che lo vedeva favorito. Stavolta Zara ha cercato di vincere senza rischiare e questo è stato un errore, perché oggi, per battere Picardi, devi dare il massimo. Quel pizzico di prudenza, gli ha vietato il trofeo dell’Unione Europea, dei pesi gallo.
Giuliano Orlando