Mercoledì 25 novembre, Diego Armando Maradona è morto all'età di 60 anni. Un genio del pallone, capace di rivoluzionare il concetto di atleta e fenomeno, adattandolo ad un estro unico nel suo genere che ha prodotto un '10' come nessun altro prima e dopo di lui: un'icona, un uomo che ha scritto un'epoca e che ha reso molto più facile la vita agli attaccanti di oggi. Il motivo è presto detto: Maradona, tartassato in campo come pochissimi altri, ha costretto Fifa e Uefa ad adottare un metro di giudizio più severo, con i cartellini gialli che, all'epoca di Diego, venivano estratti con più parsimonia, per usare un eufemismo, rispetto all'attualità. Basti pensare che Claudio Gentile, nella famosa sfida contro l'Argentina nei Mondiali di Spagna '82, commise più di 20 falli nei confronti di Maradona, venendo ammonito, solamente al 42' del primo tempo, proprio come Diego. Gli scherzi del destino, per un tipo di marcatura che, al giorno d'oggi, non sarebbe più attuabile.
Proprio con Diego Armando Maradona, Datasport è balzata all'onore della prima pagina cartacea del maggiore quotidiano sportivo italiano, La Gazzetta dello Sport. La Rosea, venerdì 13 febbraio 1987, dà risalto, per la prima volta in maniera pubblica e convinta, alle statistiche per confermare o smentire la tesi "Maradona viene picchiato troppo in campo", tanto che lo juventino Laudrup, il quale accusò Maradona di esagerare e di riceverne più lui, viene sbugiardato dai numeri e dai dati della Datasport. "Nessun calciatore può più bluffare. Un cervellone sa tutto di tutti, è in grado di smentire lo juventino Laudrup che ai 'lamenti' di Maradona ha risposto: 'Se prendesse tutti i colpi che danno a me...". Il cervellone è della Data Sport, società di informatica che riceve valanghe di dati dai campi di Serie A. Ecco una delle statistiche elaborate: Maradona è il giocatore che ha subito più falli (87 in 1490 minuti) ma più tartassato di lui è il veronese Pacione (lo fermano mediamente ogni 15'53'')", recita l'occhiello in prima pagina.
Maradona (87 falli subiti fino a quel punto della stagione) precedeva in classifica Incocciati e Massaro (81) con Vialli quarto a quota 80, mentre Giorgi era leader della classifica dei falli fatti a quota 63. Insomma, Datasport, nel lontano 1987, ha accompagnato Maradona nella sua battaglia, dando quell'input al cambiamento che ha portato al calcio moderno. Occorre rilevare che nel 1987 non esistevano ancora i telefonini, così come i PC e le reti interconnesse. Questo lavoro ha portato l'italiana Datasport, guidata da Sergio Angelo Chiesa, a insegnare al mondo la conoscenza delle statistiche, sfruttando i dati calcistici, per migliorare il gioco, portando poi negli anni 2000 alla modifica di alcune voci del regolamento, come tempo di recupero, retropassaggio al portiere, funzione dei raccattapalle. Datasport ha tracciato il solco e lasciato il segno, dimostrandosi ancora una volta pioniere delle statistiche, promuovendo quella valorizzazione dei dati che, dal "cervellone", ha portato all'attualità, dove l'analisi e le elaborazioni numeriche sono alla base di qualsiasi attività.