Grande impresa di Matteo Signani in Francia. Sul ring di Caen, in Normandia, nel Nord Ovest francese, Matteo Signani (29-5-3) romagnolo di Cesena, compie l’impresa clamorosa di mettere KO alla seconda ripresa lo sfidante, Maxime Beaussiere (29-3-1), che combatteva sul di casa e gli organizzatori avevano allestito una serata che doveva concludersi con la vittoria del loro protetto, facilitata magari da un arbitro da sempre sensibile all’aria della nazione ospitante e una giuria che avesse un occhio di riguardo per il pugile di casa. Tutto questo è andato in fumo grazie al gancio sinistro del nostro campione. Un successo che l’Italia del ring si auspicava, dopo un silenzio durato oltre un anno, causa il tremendo Covid 19. L’italiano è andato nella tana dello sfidante a difendere l’europeo medi, conquistato un anno addietro a Trento, battendo l’olandese Gevorg Khatchikian (29-3) dopo un match molto equilibrato. Gli organizzatori francesi avevano scommesso non poco, sul pugile di casa, convinti che avrebbe potuto farcela, contando sulla differenza d’età, 41 anni il campione, 29 il francese, al secondo tentativo continentale (il primo fallito nei superwelter nel 2018, battuto dallo spagnolo Sergio Garcia). Conti che al dunque, si sono rivelato sbagliati. Merito di un Signani che ha gestito con lucidità e freddezza la sfida fin dai primi scambi, centrando il destro che nel primo round ha fatto la differenza. Il francese ha tentato di mettere la sfida sullo scambio corto, usando la testa come un ariete, che l’arbitro belga Daniel Van de Wiele ha sempre ignorato, confermandosi una sicurezza per i pugili di casa. Signani è stato molto attento, adottando una difesa attenta e rientri precisi. Il capolavoro nella seconda tornata, quando sull’ennesimo e scriteriato assalto del francese, Signani evita l’assalto e si sposta verso sinistra, porta un destro poco carico e costringe l’avversario ad abbassarsi quel tanto da entrare in rotta di collisione col corto gancio sinistro preciso che si stampa sulla mascella di Beaussiere, con esito devastante per lo sfidante, praticamente fulminato. Il crollo a faccia in avanti è drammatico: il francese resta inanimato oltre i 10” regolamentari.
Ci vorranno diversi minuti, prima possa riprendersi del tutto. Un KO clamoroso, colpo classico che l’italiano assicura aver preparato a lungo in allenamento:
“Con Gianmaria Morelli e il maestro Meo Gordini, l’abbiamo riprovato centinaia di volta, avendo riscontrato nei filmati che il francese attaccava e lasciava scoperta la parte destra. Già nella prima ripresa ho capito che entravo bene anche col destro. Il pericolo era la testa che portava avanti senza che l’arbitro dicesse nulla. Ero pronto per tutte e 12 le riprese, ma anche attento a portare il pugno decisivo, considerato che la guardia del francese era abbastanza penetrabile. Lui puntava a chiudermi in difesa per scaricare combinazioni e farmi stancare. Ma era una tattica troppo semplice per mettermi in difficoltà. Già alla prima ripresa l’avevo colpito due volte col destro e aveva accusato. Nel minuto di riposo anche Gianmaria mi aveva detto di provarci, perché avevo l’opportunità di farcela prima del limite”.
Alla prima occasione l’hai centrato senza pietà:
“La boxe è questa, d’altronde anch’io avevo rischiato andando a giocarmi il titolo in trasferta. Non solo, la sfida è stata rinviata non ricordo neppure più quante volte. Almeno tre, ma non mi sono mai rassegnato e ho ripreso ad allenarmi con più rabbia di prima. Ero fiducioso e i fatti mi hanno dato ragione, un premio che penso di aver meritato. Consapevole di avere 41 anni, ma anche di sentirmi bene e quindi non rischiare nulla, qualunque sia il risultato. Ringrazio anche la OPI, che mi ha trovato questa difesa non impossibile e i miei maestri, compreso Daniel Scarpellini che è anche il cut man. E pure le tante persone che sia prima che dopo la battaglia si sono fatte sentire con un numero incredibile di messaggi che mi hanno prima incoraggiato e poi complimentato. In particolare ho apprezzato e mi ha riempito d’orgoglio la telefonata dell’Ammiraglio Giovanni Pettorino, il comandante in capo delle Capitanerie di porto. Questa sensibilità mi ha ripagato di ogni sacrificio. Come i complimenti di tanti colleghi della capitaneria. Sono davvero felice”.
A bordo ring Cristian Cherchi, il regista di questa sfida, che ha avuto il miglior esito. Come sempre misurato nelle sue esternazioni. Non poteva andare meglio?
“Sapevamo che non era impresa impossibile, anche se quando combatti fuori casa i rischi non mancano. Debbo dire che i francesi ci credevano al punto di dare lo sfidante favorito. Io ero convinto che Signani avesse qualcosa in più, ma sapevo benissimo che l’ambiente avrebbe influito. Per fortuna è andato tutto bene e Matteo ha saputo approfittare al meglio senza titubanze. La soluzione è stata perfetta, evitando l’eventuale verdetto ai punti, che poteva essere pericoloso, visto che l’arbitro aveva fatto capire di avere un occhio di riguardo per il francese. D’altronde il belga è una vecchia conoscenza e sapevo benissimo il rischio, giuria compresa, su misura per i padroni di casa. Adesso torniamo a casa col titolo e una buona borsa per Matteo, il che in un momento difficile come questo è un risultato importante”. Lo sfidante ufficiale è l’inglese Martin Murray (39-5-1), a sua volta veterano di 37 anni, professionista dal 2007, quattro tentativi mondiale falliti, titolare ad interim WBC, titolo perso contro Hassan N’Dam il 22 dicembre 2018 a Manchester. Nel 2019, due test facili, l’ultimo il 15 novembre, battendo il bosniaco Janjanin sugli 8 round. Potrebbe combattere in Italia? “Fa parte del team di Eddie Hearn, quindi possiamo trovare un accordo. Non lo escluderei, anche se parliamo del 2021. Adesso prendiamo atto di questa importante vittoria, che ci consente di avere un europeo in Italia”
Tornerete ad organizzare il 23 ottobre all’Allianz di Milano?
“Esatto. Torneremo sia pure a porte chiuse, con l’emittente DAZN in diretta, a quasi un anno dall’ultima serata allestita sempre a Milano dalla Matchroom Boxing Italy e Opi Since 82. Puntiamo sul rientro del gigante fiorentino Fabio Turchi (17-1), deciso a risalire la china, dopo la discutibile sconfitta contro l’inglese Tommy McCarthy e di cedergli il titolo internazionale WBC nell’ottobre del 2019. Turchi affronta il lettone Nikolajs Grisunins (12-1-1) attivo con la Dolce e Gabbana nelle WSB, in palio il vacante Internazionale IBF dei massimi leggeri. Di fronte due mancini. Da seguire la prima fase del torneo welter. Maxim Prodan (18-0-1) metterà in palio l’Internazionale IBF welter, contro il ferrarese Nicola Cristofori (12-2-2), mentre l’ex campione Global WBO, Dario Morello (15-1) contro l’ex campione Silver WBC, Andrea Scarpa (24-6), entrambi i match sui 10 round. I due vincitori disputeranno la finale nel prossimo gennaio. In programma anche l’ex campione internazionale Silver WBC piuma Francesco Grandelli (13-1-1), l’imbattuto supermedio di Verbania Ivan Zucco (11) e il superwelter romano Mirko Natalizi (7), oltre a Samuel Nmomah (13). Non male come rientro”.
Giuliano Orlando