Anche la categoria dei giovani Over 60 si è messa in pista per partecipare ai mondiali di maxibasket in programma a Montecatini Terme dal 30 giugno al 9 luglio. Al primo allenamento si sono presentati in 18. Eccoli: Loris Benelli, Maurizio Benatti, Peppe Ponzoni, Pino Maccheroni, Umberto Dolce, Enzo Tomasella, Massimo Falcin, Amedeo Rigo, Giovanni Boniolo, Massimo Cesaro, Lorenzo Simionato, Giuseppe Biasi, Aldo Cervino, Virgilio Marino, Paolo Calcagni, Piero Giani, Gianfranco Giani, e Maurizio Vortici, che è l’allenatore. C’era anche Mario Zorzenon, ma solo per simpatia, perché le sue ginocchia sono troppo sinistrate per poter giocare ancora a basket.
Abbiamo qualificato ‘giovani’ questi baldi ultra-sessantenni, ma non abbiamo esagerato. Nel maxibasket vale più che mai il principio di Einstein secondo cui tutto è relativo, e dunque qualificare ‘giovane’ una squadra di sessantenni è ampiamente giustificato, visto che la categoria più anziana prevista nel maxibasket è quella degli Over 75, alcuni dei quali già ottantenni. Einstein spiegava il suo principio con l’esempio di un vecchio di cent’anni al quale capitava di rompere uno specchio: quel vecchio – commentava il grande scienziato – sarà ben lieto di sapere di avere davanti ancora sette anni di disgrazie. Seguendo questo filo logico, i sessantenni d’assalto sanno benissimo che per partecipare alla competizione iridata dovranno faticare e sudare in una serie di allenamenti e di partite, ma, lungi da considerare il lato negativo di tutto questo, sono ben contenti di essersi rimessi in gioco. La dimostrazione si è avuta domenica scorsa, quando si è svolto il primo allenamento della neonata nazionale Over 60 a Padova nel palazzetto della Civitas Vitae, Centro OIC. Ha fatto gli onori di casa Silvana Santi, che è stata una ottocentista di vaglia negli anni Settanta, e che adesso tiene in funzione a regola d’arte questo efficiente Centro sportivo.
È sorprendente il modo in cui è nata la formazione degli Over 60 che si prepara ai mondiali. È bastato un appello lanciati per Internet sui più frequentati siti di basket; subito sono arrivate le risposte da varie regioni d’Italia. In capo a una settimana, con la regia del milanese Pino Maccheroni, la squadra era formata. Siccome le risposte sono state tante, ora toccherà all’allenatore Maurizio Vortici il compito di tirar fuori dal gruppone dei candidati i nomi di quelli cui affidare il ruolo di titolare. A tamburo battente si decide il primo allenamento collegiale che – su saggio suggerimento di Giovanni Boniolo – si svolge nella bella palestra del Cemtro OIC di Padova, frequentato da varie associazioni sportive padovane e da atleti di ogni età. Qui si sono preparati anche alcuni atleti diversamente abili che rappresentano l’Italia nelle competizioni internazionali.
Ebbene, gli 11 atleti che si sono allenati qui hanno conquistato ben 13 medaglie alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro. Fra questi la famosa fiorettista Bebe Vio. Dai diversamente abili ai diversamente giovani, cioè agli Over 60: stesso entusiasmo, stessa voglia di dare il meglio di sé. E anche stesse ambizioni, che sono di livello mondiale, mica pizza e fichi. Tutti gli Over 60 sono accomunati dalla stessa passione per il basket, sia pure con esperienze diverse e talora singolari. Ecco quella, per esempio, di Silvio Donadoni: “Ho smesso con il basket a 25 anni, quando mi sono sposato, e ho ricominciato a 40, quando ho divorziato”. A proposito di nuovi esordi, poco meno di 50 anni separano il debutto di Giovanni Boniolo in Serie A da quello ormai imminente ai mondiali di Maxibasket con la maglia della nazionale. Possibile? Sì, perché Boniolo giocò in serie A con il Petrarca Padova a soli 15 anni – esordio record negli annali del nostro basket. C’è poi chi con la palla a spicchi non ha mai chiuso, come gli Over napoletani, che da sempre si allenano un paio di giorni alla settimana e partecipano a amichevoli e tornei ‘Over’ su e giù per l’Italia. Non a caso il gruppo napoletano è stato il più numeroso al primo allenamento, con cinque atleti presenti.
Tutti i nostri ultrasessantenni d’assalto si sono separati dandosi appuntamento alla prossima volta, allenamento o amichevole che sia. Tutti hanno dentro di sé il sogno dei mondiali, e – perché no? – il sogni di vincerli. Il sogno è condiviso da tutti. Se sogni da solo – ha detto un saggio – il tuo è solo un sogno. Ma se sogni assieme ad altri, è l’inizio della realtà. Massima suggestiva, certo: sarà compito di questi ragazzi d’epoca verificarla sul campo.