I veterani dell’Italia Over 70 si sbarazzano della Slovenia per 55-43 e volano alla seconda fase, in semifinale. Italia via col Vento (Peppe da Trapani) che con i suoi tiri da fuori ha dato la prima spinta verso il successo di questa gara importante. Da bravi padri nobili della spedizione azzurra, i nostri Over 70 hanno dato il buon esempio alle altre formazioni azzurre confermandosi inossidabili e duri come l’acciaio dello sponsor Valbruna. Non è mai facile giocare contro una formazione del Paese organizzatore, e la tradizione è stata confermata oggi, quando gli arbitri, uno croato, l’altro sloveno, hanno favorito gli slavi. “Non è stata una partita - ha commentato Comelli - è stata una battaglia, con molti, troppi colpi duri; peccato che gli arbitri ne abbiano perdonati troppi alla Slovenia, soprattutto quando le sorti della gara cominciavano a pendere seriamente verso l’Italia”. In ogni caso i nostri hanno fatto buon viso a cattiva sorte e hanno superato anche questo imprevisto ostacolo.
Italia meglio attrezzata nel settore dei lunghi con D’Amico e Maresca, Slovenia pericolosa nel tiro da fuori, soprattutto con Branko Omahen (9 punti alla fine) e Primoz Segedin (10 punti). Eppure il primo importante slancio azzurro è venuto dai tiri da fuori di Peppe Vento, che ha cominciato spanierando con sicurezza (3 su 3 all’inizio). Gli azzurri hanno preso il sopravvento e hanno chiuso in vantaggio il primo quarto 15-13. Nel secondo quarto le entrate di Comelli e di Cavallini, i canestri dei nostri centri D’Amico e Maresca, ben serviti dai compagni (delizioso un assist di Cavallini) hanno permesso all’Italia un break di 7 a zero (da 19-15 al 2° minuto a 26-14 al 4°). A questo punto però l’Italia ha rallentato. Nel senso che non ha difeso abbastanza sulle guadie tiratrici, che sono il punto di forza della Slovenia. Diciamo che le nostre guardie si sono dimenticate di difendere a dovere. Questa amnesia ci è costata cara, perché i nostri avversari hanno potuto ricucire quasi tutto lo svantaggio portandosi a un punto (29-28) a 30 secondi dal riposo. Opportunamente richiamati da coach Giuliani, i nostri hanno rimediato alla “Amnesy International” del primo tempo e hanno ricominciato la loro marcia in vantaggio. Con gli aiutini forniti dagli arbitri, gli sloveni hanno di nuovo tentato la rimonta, ma sono stati tenuti a bada dai nostri.
Qui si è vista la tempra - davvero inossidabile - degli azzurri, che hanno saputo stringere i denti, resistendo ai colpi - non puniti - degli avversari. Da rilevare anche il fatto che i più esperti dei nostri hanno saputo collaborare in difesa con i compagni; preziosi, per fare l’esempio più evidente sono stati gli aiuti difensivi di Cavallini e di Gambardella - due lunghi - per arginare le guardie Omahen e Segedin. Il terzo quarto si è chiuso sul 41-38. Il peggio era passato, e gli azzurri sentivano l’odore del sangue, capivano di poter portare a casa la vittoria. Il momento magico della gara si è avuto al secondo minuto dell’ultimo quarto, quando Dino Rama ha rubato palla ed è volato in contropiede portando il vantaggio a 7 punti (45-38). Va detto che la sua azione è frutto di un miracolo di volontà, perché l’impagabile Dino ha giocato con un tendine d’Achille lesionato e ha resistito non si sa come al dolore, diventato forte, nella volata a canestro.
Rama l’aveva promesso alla vigilia: “Mi fa male la caviglia, ma la partita di domani è troppo importante. Magari muoio sul campo, ma farò l’impossibile per vincere”. Dino ha mantenuto la parola, la standing ovation è d’obbligo. Dopo aver segnato, è tornato zoppicando in panchina. Speriamo che le cure del fisioterapista Massimiliano Paoltroni lo rimettano in sesto per le prossime gare. Ormai la partita aveva preso a questo punto una piega di un azzurro intenso, e a 7 minuti dalla fine D’Amico ha portato il nostro vantaggio a 9 punti (47-38). Gli sloveni hanno accusato il colpo. E le energie li hanno abbandonati minuto dopo minuto. Nelle tre partite giocate finora i nostri settantenni – che non a caso abbiamo definito inossidabili - hanno chiuso l’ultimo quarto in condizioni atletico – fisiche migliori rispetto agli avversari. Buon segno per il futuro di questi Europei. Con gli sloveni ormai piegati, gli azzurri hanno ritoccato il massimo vantaggio con Vento e con Turra, chiudendo bene la prima fase: 55-43 il risultato finale.
Nella formazione slovena non ha potuto giocare Pino Giergia, grande campione del passato, una leggenda vivente per il basket dei bei tempi della Jugoslavia. Croato di Zara, ha però anche il passaporto sloveno, e a Maribor non si sono fatti scappare la possibilità di schierarlo con la Slovenia. Non ha giocato perché nella partita precedente ha beccato due tecnici e quindi è stato squalificato per un turno. Per nostra fortuna. Si dirà che è Giergia, nato nel 1937, è vecchio, ma non è vero. Tre anni fa nella World Champions League, una specie di Coppa del Mondo organizzata dalla Fimba, ha dato il suo bravo contributo (12 punti) alla vittoria della sua squadra nella categoria – attenti bene – Over 50! Ci sono stati baci e abbraccio fra Giergia e gli amici italiani che avevano giocato contro di lui tanti anni fa - a cominciare dai goriziani Comelli e Turra. Giergia non è tuttavia il giocatore più anziano di questi Europei. È infatti superato dal nostro Giorgio Bortolozzi, nato anche lui nel 1937, ma otto mesi prima. Prima della partita Comelli e Turra, che vivevano a Gorizia, hanno ricordato le tante gare giocate nella vicina Slovenia. “Di quelle partite non ne abbiamo mai vinto una”, ha sottolineato Comelli. Beh, è stato sfatato un tabù. Tardi, ma è successo. Quando Comelli e Turra, ormai con i capelli bianchi, sono diventati azzurri Over 70. E inossidabili.
Per finire, ecco il tabellino degli azzurri:
Categoria Over 70: ITALIA-SLOVENIA 55-43
Zanardi, Cedolini 3, Comelli 6
Articolo scritto da Mario Natucci