Maxibasket: dolce vendetta contro l'Ucraina

Pubblicato il 26 giugno 2016 alle 22:59:14
Categoria: Notizie di attualità
Autore: Redazione Datasport.it

Gli azzurri Over 50 domano l’Ucraina 81-52 e si vendicano così sul campo della sconfitta subita ai mondiali di un anno fa a Orlando. Vittoria perentoria, senza discussioni, voluta da una formazione in salute, entrata in gioco agli Europei con la faccia giusta. Abbiamo rivisto l’Italia forgiata dal grande coach Alberto Bucci, insomma, con caratteristiche che resistono dopo tanti anni e tante sfide in giro per il mondo: concentrazione, difesa intensa e dura, ricerca del gioco in velocità e in contropiede, fiducia reciproca fra tutti i componenti della squadra. Bucci, che non ha potuto affrontare la trasferta in Serbia, è stato sostituito in panchina dal pesarese Alessandro Azzarito, il quale ha recepito pienamente le direttive e il credo cestistico del suo più famoso predecessore sulla panchina azzurra.

Inevitabile e spontanea la dedica a coach Bucci della vittoria fatta da Azzarito, che ha interpretato così il desiderio di tutti gli azzurri. I quali hanno fatto vedere fin dal primo minuto di essere entrati in campo con gli occhi della trigre. Era importante bloccare la fonte del gioco ucraino, cioè Volkov, ex Nba con buoni trascorsi anche in Italia, a Reggio Calabria, un lungo di 2 metri e 8, possente, in grado di giostrare in tutti i ruoli. Rispetto a un anno fa Volkov si è presentato con una dozzina di chili in meno e ben allenato. Contro gli azzurri ha scelto di fare il regista, cosa che ai mondiali di un anno fa gli era riuscita bene. Ma rispetto a Orlando ha trovato negli azzurri una difesa tosta e decisa a togliergli il più possibile libertà di manovra.

Già in partenza Carera gli ha fatto capire che non avrebbe avuto vita facile. Poi il trattamento senza complimenti è stato continuato da Venturi, che rende a Volkov otto centimetri, ma neanche un millimetro in fatto di grinta e di decisione. Sacripanti, new entry un azzurro, ha completato al meglio il trattamento. Tutti i guardiani di Volkov sono stati aiutati dai compagni quando era necessario. Il risultato è stato che ai giocatori ucraini sono mancati i rifornimenti del loro ispiratore, e raramente hanno potuto eseguire tiri facili. A questo aggiungiamo che tutta la difesa azzurra ha fatto un buon lavoro, costringendo gli avversari a scelte affrettate. Più alti e più grossi degli azzurri, gli ucraini sono di solito buonissimi tiratori dal cerchio dei tre punti, ma stavolta contro la difesa dei nostri le loro percentuali sono calate di brutto.

Velocità e contropiede degli uomini in maglia azzurra hanno dato il colpo di grazia alle speranze degli avversari. Dopo il riposo, concluso sul punteggio di 36-26 per l’Italia, l’Ucraina è stata travolta dalle folate di Esposito e Capone, imbeccati da Bullara e Sbarra e bersagliata, come se non bastasse, dalle bordate di Tirel, Noli, e degli stessi Esposito e Capone. Alla fine del terzo quarto punteggio di 63-26 e gara praticamente finita. Ma è stato bello vedere gli azzurri d’epoca non accontentarsi e mantenere una buona concentrazione anche nell’ultimo quarto, fino a chiudere la gara sul punteggio di 81-52.

Buono il lavoro dei reparto dei lunghi, con Carera, Venturi, Solfrini, Sacripanti e Bargna ben rodati e pimpanti: ciò che fa ben sperare in vista dei prossimi ostacoli, il più grosso dei quali appare senza dubbio la Serbia, in cui sette dei dodici giocatori superano i due metri e sono atleti veri, non appesantiti da bevute di birra come molti giocatori ‘Over’ dell’Europa dell’Est. I serbi, che già un anno fa ai mondiali di Orlando avevano schierato una buona squadra, vi hanno innestato tre campioni a cinque stelle, diciamo così: Stokovic, Milic e il lungo Stevanov, uno meglio dell’altro. Nella prima gara hanno sconfitto l’Italia Over 50 vicecampione mondiale in carica per 81-69. Insomma, è la Serbia – come non era difficile prevedere – la squadra da battere.

Le matricole Noli e Sacripanti hanno fatto un buon esordio fra gli azzurri Over 50 di coach Azzarito, inserendosi bene nel meccanismo ben oliato dei ‘veci’ e non dimostrando nessun timore reverenziale, anzi. Al coach azzurro abbiamo chiesto quale è stata la cosa migliore di questa vittoria: “La vendetta ben riuscita sull’Ucraina – ha risposto, lui che da assistente di Bucci a Orlando era presente a quella sfortunata partita – soprattutto perché dà morale alla squadra”. E la cosa da migliorare?: “Vorrei vedere un più cinismo, opportunismo, quello che si chiama istinto del killer. Ma siamo solo all’inizio e quest9 progresso possiamo ben farlo”.

A proposito di vendetta, si dice che sia un piatto che va mangiato freddo. Qui a Novi Sad, col caldo che fa (sopra i 30 gradi) la vendetta degli azzurri è stata piuttosto come una bella coppa di spumante messo in ghiaccio. In omaggio, naturalmente, al novo sponsor, che ha esordito nel miglior modo possibile.

Nella gara con l’Ucraina era assente Mario Boni, che dovrebbe arrivare presto, magari per la gara di domani contro la Georgia, che sulla carta non è proibitiva. Fra i georgiani il miglior giocatore ha un cognome ben noto in Italia, cioè Shermadini. Ovviamente non è lo Shermadini ammirato a Cantù, ma suo padre, a suo tempo nazionale georgiano.

La terza formazione Over 50 italiana sta marciando a punteggio pieno con due vittorie all’attivo (su Germania 48-34, e su Austria 56-47). Buono l’avvìo dell’Italia Over 45 contro la forte Serbia (60-53), un risultato che continua una tradizione lunghissima, visto la l’Italia Over 45 non perde una gara da ben otto anni.
 

Ecco per finire il tabellino con le marcature degli azzurri:

ITALIA – UCRAINA 81-52 (20-13; 36-26; 63-36; 81-52)

Capone 14; Sbarra 4; Noli 9; Solfrini 6; Esposito 21; Tirel 10; Bullara 8; Bargna 2; Ponzoni, Venturi 4; Carera 2; Sacripanti 1.