L'attesa per il match che tutti aspettavano era tanta: a Las Vegas, nell'ottagono della T-Mobile Arena si fronteggiavano due grandi campioni come Khabib Nurmagomedov e l'irlandese Conor McGregor per il titolo UFC dei pesi leggeri. Alla fine, dopo circa tre minuti nel quarto round, l'ha spuntata il russo che costringe la superstar irlandese ad arrendersi dopo una presa al collo, anche se dopo l'incontro è successo il finimondo tra il vincitore e lo staff di The Notorious.
Khabib "The Eagle" Nurmagomedov ha dominato l'incontro fin dai primi minuti, confermando le sue indiscutibili doti tecniche contro un avversario di livello mondiale come McGregor. Il momento chiave del match è stato la "neck-crack", una presa al collo rivelatasi fatale per The Notorious costretto ad alzare bandiera bianca dopo 3 minuti nel quarto round. Non appena l'arbitro Dean Herb ha sancito la vittoria del russo, Nurmagomedov si è opposto al tentativo del giudice di gara di separare i due sfidanti e ha inveito pesantemente contro lo sconfitto. Ma non è tutto: il nativo di Cumadinskij rajon è saltato fuori dall'ottagono e ha aggredito alcuni membri del team di McGregor mentre, sul ring, i suoi uomini colpivano l'irlandese alle spalle. Prontamente soccorso, lo sconfitto è stato scortato fuori dalla T-Mobile Arena mentre Dana White, il presidente dell'UFC, in grave difficoltà, ha faticato molto a convincere Nurmagomedov a lasciare, per motivi di ordine pubblico, la struttura senza la cintura di campione. Il verdetto, per la prima volta nella storia di questa disciplina, è stato proclamato senza i due atleti presenti sul ring. Bruttissimo episodio tra due rivali di vecchia data come Khabib (che aspettava tale sfida da 2 anni) e McGregor; fortunatamente, il tutto si è risolto grazie anche all'intervento della polizia di Las Vegas che ha sedato gli animi e ha impedito risvolti ben più tragici.